Lettera di Berdini: "Difendevo Roma dal cemento, per questo mi vogliono fuori"
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ROMA, 13 FEBBRAIO - "Il M5s ha la grande opportunità di continuare l'azione fin qui intrapresa per cambiare Roma. Se la Raggi vuole, io ci sono". Sono le parole dell'assessore all'Urbanistica del comune di Roma, Paolo Berdini, in una lettera diretta al direttore del Fatto quotidiano Marco Travaglio. Berdini si riferisce all’'intervista riportata da La Stampa che ha incrinato il rapporto con la Raggi: "Sono vittima di una trappola, il giornalista mi disse di essere un militante del movimento".[MORE]
L'intervista uscita su La Stampa Durante l’intervista, le cui modalità di svolgimento risultano ancora poco chiare, l’assessore parla della sindaca di Roma come "inadeguata per il ruolo che ricopre". Sembra - prosegue Berdini - "impreparata strutturalmente, non per gli anni" e "si è messa in mezzo a una corte dei miracoli", " s'è messa vicino una banda".
Macchina del fango "Oggi - ha scritto nella lettera indirizzata a Marco Travaglio - sono di fronte a un accanimento mediatico senza precedenti. E c'è un perché: la posta in gioco è alta e si chiama Stadio di Tor di Valle. Insieme a una complessiva azione di rientro nella legalità che la giunta Raggi, seppure tra incertezze e inadeguatezze, ha portato avanti finora". "Mi vogliono fermare per lo stadio", definita da Berdini come "la più imponente speculazione immobiliare del momento in Europa", "non nascondo - continua - che in diversi momenti, soprattutto a partire da dicembre, ho provato solitudine. Per mesi sono stato l'assessore 'contro', anche nella riunione che si è tenuta martedì 7 febbraio nel mio assessorato. Che non si è conclusa come i fautori del progetto speravano".
"Il giorno seguente - spiega Berdini -, guarda caso, viene pubblicata una 'intervista truffa'. Con una sapiente regia delle uscite un quotidiano pubblica prima una conversazione, poi una registrazione e infine un altro stralcio di quell'audio. Tutto riferito a fatti risalenti non al giorno prima, ma addirittura a venerdì tre febbraio. Devo pensare che sia un caso? Perché tenersela quattro giorni nel cassetto?". "Quel venerdì dopo quattro ore di teso confronto sull'emergenza abitativa - spiega l'assessore - un ragazzo mi si è presentato nella sala della conferenza come un militante cinquestelle e abbiamo parlato a lungo di alcune questioni romane. Solo dopo, all'esterno, sono caduto nella trappola con una registrazione illegale. E' evidente che vogliono farmi fuori. Il vero punto è la colata di cemento che si vuole imporre a tutti i costi ad una città già martoriata, ridotta a un ammasso di periferie senza anima e senza quei requisiti di civiltà che dovrebbero contraddistinguere la capitale d'Italia".
In conclusione l’appello al Movimento: "Oggi il M5S, se vuole, ha la grande opportunità di continuare l'azione sin qui intrapresa per far cambiare passo a Roma. Lo stadio di Tor di Valle è il banco di prova per fermare blocchi di potere che da sempre difendono la speculazione fondiaria e finanziaria a scapito dei diritti dei cittadini. Se la Raggi vuole fare questa battaglia mi troverà al suo fianco. In caso contrario, le mie dimissioni sono già sul suo tavolo".
Maria Azzarello