Legge elettorale, spunta la proposta Rosato. Ma da Mdp arriva bocciatura totale
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ROMA, 18 MAGGIO - Proseguono le trattative sulla legge elettorale, in vista della fatidica data del 29 maggio. Sarà proprio in quella giornata che dovrà infatti concretizzarsi una proposta condivisa o comunque improntata su serie possibilità di approvazione. E’ quanto espresso negli scorsi giorni anche dal segretario Pd ed ex premier Matteo Renzi, che spinge per una risoluzione già attorno a metà giugno.[MORE]
L’evoluzione degli ultimi giorni, dopo la bocciatura del modello tedesco “corretto”, è legata alla proposta di Ettore Rosato, già giunta alle cronache sotto il nominativo di Rosatellum. Il “Mattarellum bis” è tuttavia bocciato da Mdp, attraverso il pensiero di Pier Luigi Bersani: «Questa proposta non c’entra un bel nulla con il Mattarellum» - esordisce l’ex segretario Pd all’interno della propria pagina Facebook, lasciando intendere la propria contrarietà.
L’ex segretario ha anche richiamato all’attenzione Romano Prodi e Giuliano Pisapia, che hanno invece mostrato una timida apertura alla nuova proposta Pd sulla legge elettorale. Secondo Bersani «non si garantisce governabilità, si lede la rappresentanza e si abbonda di nominati». L’esponente di spicco di Mdp ha bollato la proposta di Rosato come «invenzione ad usum delphini», che si distacca totalmente dal Mattarellum gradito alla nuova formazione politica all’interno del Centrosinistra.
Secca la risposta del parlamentare Ettore Rosato: «La nostra proposta di legge ripercorre quello che abbiamo sempre detto ma la valutazione di Bersani è condizionata da una sorta di rancore verso Matteo Renzi e nulla ha a che fare con il merito. Mi sembra ci sia un problema irrisolvibile, in un rapporto da ricostruire nel centrosinistra» - ha poi concluso – lasciando di fatto emergere le continue discrepanze all’interno di una coalizione al momento non pervenuta in vista delle prossime elezioni nazionali.
Lo stop al Rosatellum è tuttavia espresso anche dagli alleati di governo, con riferimento ad Area Popolare: «Siamo molto critici con questa proposta di legge elettorale – ammette il capogruppo Maurizio Lupi – perché non è né un maggioritario né un proporzionale». La partita resta dunque eternamente aperta, in attesa di un senso di responsabilità comune che non sembra rivelarsi. Difficile dunque giungere ad un approvazione lampo, antecedente alle amministrative dell’11 giugno.
La proposta Pd, che prevede l’elezione di 303 deputati con sistema maggioritario ed altri 303 attraverso un proporzionale, in listini di 4 nomi con sbarramento al 5%, non piace nemmeno a Forza Italia, come confermato dagli attacchi di Renato Brunetta, che chiede la vigilanza del capo dello Stato Mattarella per evitare «forzature dal Pd». Piace invece alla Lega, che pare tuttavia l’unica compagine politica pronta a votare la proposta. La strada resta dunque ancora in salita.
foto da: secoloditalia.it
Cosimo Cataleta