Le verita' immortali che nessuno può abolire
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Il mondo va scosso dalle sue fondamenta per evitare che tutto si riconduca ad una formula chimica o di mercato, abbassando ancora di più il valore dell’identità antropica di ogni singolo individuo, ridotta oggi in più circostanze al “minimo storico”, specie in alcune zone del nostro pianeta. Si può, in questo scenario, parlare di verità perenni e indelebili? La Scrittura, come al solito, ci offre gli argomenti giusti per rispondere a questo importante interrogativo, ma anche per sostenere le necessità personali e collettive di connettersi con le cinque verità immortali e incancellabili che sono l’essenza prima della Creazione e da cui tutto si desume. La prima verità insegna che ogni potere è dato dal Signore. Una qualità oggettiva inseparabile dalla seconda verità che rivela come ognuno dovrà rendere conto al Signore del potere ricevuto. Abbiamo di fronte due verità indivisibili, perché l’uomo deve rendere sempre conto a Dio dell’uso quotidiano del potere ricevuto da Lui in dono.[MORE]
Scrive in proposito Mons, Di Bruno: “Oggi questa verità è cancellata. Ognuno si pensa da se stesso. Ognuno pensa di dover rendere conto solo a stesso di ogni uso del potere. Il potere va esercitato secondo la volontà di Colui che l’ha donato. È verità incancellabile in eterno. La cancella l’uomo, mai il Signore”. Se il potere ricevuto viene invece utilizzato partendo solo dalla propria volontà, il Signore chiede che gli si renda conto anche in un qualsiasi momento del presente, senza aspettare domani o l’eternità. Se guardiamo alla gestione del potere di oggi non diventa difficile constatare del fallimento di questi principi. I risultati di ogni giorno sono lo specchio di una arretratezza spirituale che sfida il cielo con spropositata prepotenza, seminando tra la gente sofferenze, solitudini, morti violente, false illusioni, incertezze, paure, strani desideri di diritti innaturali.
La terza verità spinge l’uomo a riconoscere che ogni bene da lui operato è il frutto di sapienza e discernimento provenienti da Dio. Se l’uomo si insuperbisce e si appropria di ciò che è di Dio rischia di sprofondare in un abisso di stoltezza, perché l’Altissimo si riprenderà quei doni ceduti all’essere umano per farli fruttare in direzione del bene comune. Questo succede quando si decide, come accade ai nostri giorni, di cancellare Dio, il Crocifisso, lo Spirito della propria vita. Rincara la dose mons. Di Bruno: “Non si tratta di stoltezza semplice, ma di pazzia e grande demenza. La pazzia è così alta, da indurre l’uomo al suicidio della sua verità, non solo soprannaturale e divina, ma fisica, storica, umana che cade sotto i suoi occhi”. Il sacerdote denuncia con spirito propositivo come questo pericolo, in origine circoscritto, spinge in più occasioni chi ha responsabilità di governo ad imporlo alla società nel suo insieme per legge, educazione e formazione.
La quarta verità chiarisce come nella distruzione delle cose di Dio (tutto è di Dio: uomini, animali, cose) vi è sempre una responsabilità personale. Come si fa infatti a governare senza la netta indicazione di alcun responsabile? Non ci sarebbe un vero governo! In molti riconoscono, purtroppo, come il male della nostra democrazia vada individuato, spesso, nel governo senza responsabilità personali e circoscritte. La responsabilità dovrà essere in ogni caso specifica, non collettiva o impersonale. La quinta verità immortale e incancellabile è nella volontà di Dio di rivelare ad ogni uomo che non vi è altro Dio sopra di Lui, superiore a Lui. Lui è il Dio di ogni uomo. Il credente deve comunque prendere coscienza di essere lui stesso lo strumento e la via attraverso cui il Signore si manifesta nel mondo. Un atto indispensabile che consente a Dio di fare attraverso l’uomo cose grandi e prima impensabili, manifestando la sua gloria e rendendo l’uomo protagonista della storia.
Egidio Chiarella
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