"Le perversioni vanno curate". Indignazione della comunità Lgbt di Bologna
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BOLOGNA, 27 OTTOBRE 2012 - Un anacronistico rigurgito della storia; uno schiaffo violento alla cultura; un’ombra gettata sul progresso civile del nostro Paese. E’ quanto racchiude, in sintesi, la scritta comparsa poche ore fa sui muri del Cassero, lo storico circolo Arcigay bolognese: “Le perversioni vanno curate”. L’ingiuria porta la firma di Forza Nuova, il noto movimento di estrema destra, evidentemente nostalgico verso un mondo in cui la tolleranza e il rispetto delle diversità non trovavano alcun posto; un mondo in cui erano la forza e il vilipedio l’unico possibile mezzo di affermazione, l’unico vorace strumento per mettere a tacere l’altro.
Ma l’indignazione per fortuna non manca: la ritroviamo nelle parole del sindaco di Bologna, Virgilio Merola, che definisce lo striscione “disgustoso” e offensivo per tutta la città; e nelle parole di molti altri esponenti del mondo politico: così Grillini (Idv) “la vera perversione è l’esistenza di gruppi neofascisti” e Carfagna (Pdl) “Provocazione odiosa, violenta e insultante”.[MORE]
Si crede che con quest’insipido atto di vandalismo, le forze eversive di destra abbiano voluto esprimere il proprio dissenso per la decima edizione del festival dedicato alle identità di genere, il Gender bender, in programma a Bologna il 4 novembre. Nella notte, peraltro, a pochi passi dalla sede di via Don Minzoni, sono stati bruciati due motorini e i due episodi di violenza, l’uno concreto, l’altro verbale, si ritengono connessi tra loro.
In rete è subito un tam tam di reazioni indignate e incredule: in tanti non credono possibile il reiterarsi di simili atteggiamenti ancora oggi, quando secoli ormai ci separano dal Medioevo. Si chiede da più parti che le solite dichiarazioni accorate e le perentorie prese di distanza, non si esauriscano in un sol giorno, che non si dimentichi, come spesso accade, troppo in fretta. Si chiedono misure immediate che riducano possibili nuovi rischi in vista del prossimo festival; ma, al contempo, si auspicano misure a più lungo termine: il vergognoso gesto verificatosi a Bologna, può essere lo spunto per una nuova e finalmente seria riflessione sulle nostre comunità, tanto avvezze al progresso da regredire in materia di diritti civili. Ma forse è chiedere troppo.
Emmanuela Tubelli