Le alterazioni quotidiane sulla figura di Cristo
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17 AGOSTO 2015 - Ognuno di noi credente o meno è stato sempre tentato dall’idea di costruirsi una figura di Cristo personale, sia per esaltarla, sia per denigrarla. Sul figlio dell’Uomo si è detto di tutto e di più, al di là della verità storica del vangelo, intesa da molti solo come la vita passata del Messia e non come uno messaggio senza tempo. Il vangelo è di sicuro il racconto della vita quotidiana di Gesù, ma è anche la narrazione del suo incontro oggi con la sua Chiesa. [MORE]
È il resoconto di una giornata ecclesiale attuale. Non sempre però si guarda al Figlio dell’Uomo nel modo giusto. Gli stessi apostoli pensavano che fosse un fantasma, mentre si dirigeva camminando sulle acque verso la loro barca. Non c’è da meravigliarsi! Che forse Gesù oggi, per la Chiesa, per buona parte del mondo, per la stragrande maggioranza dei cristiani, a partire dai teologi, dagli esegeti, dai moralisti, dagli asceti e anche dai mistici, non è forse un fantasma?
Non è stato forse privato della sua verità di salvezza e di essenza prima dell’Universo? Non gli è stata negata la sua esclusività dinanzi a Dio e agli uomini? Non è stato forse reso persona evanescente, evaporata, senza più alcuna vera consistenza teologica? Non è stato oggi Cristo Gesù ridotto ad una idea, un pensiero, una cosa, una verità come le altre, anzi meno incisiva nella storia delle altre? Sono domande poste da un uomo illuminato della Chiesa stessa. Non dico perciò una eresia se affermo che Cristo Signore è un vero fantasma per tutti. Chiunque se lo immagina secondo i propri gusti e se lo dipinge con i suoi colori preferiti. Il discorso vale per me, per voi, per tutti. Sarebbe utile per ognuno un ritorno alla realtà del vangelo autentico e con esso alla verità rivelata. Innanzitutto per ridare smalto alla nostra vita, in qualsiasi campo noi si operi, per poi connettere il senso alto della rivoluzione interiore avvenuta, con il “cammino ad ostacoli” di chi si incrocia con la nostra quotidianità.
Questo sfacelo veritativo, che di riflesso diviene anche sfacelo morale, politico sociale, religioso, ci impedisce di rientrare nella verità e ci conduce su false piste di decollo. Certo noi cristiani facciamo fatica a far vedere al nostro prossimo il Signore. Gli altri non lo percepiscono, perché non siamo in grado più di avvertirlo realmente dentro il nostro modo di essere e di vivere. Il cuore reclama questa presenza, unica risorsa universale e infinita, da sempre feconda sulla strada della pace, della fraternità, della moralità, del buon governo, della giustizia, delle relazioni umane pubbliche e private. La barca non giunge a porti sicuri e tranquilli, senza il timoniere del cielo. Ma chi conosce la storia, sa che è sempre il Signore a riapparire e a prendere in mano il timone della scialuppa nel mare mosso degli eventi, per orientarla e guidarla nella verità più pura e più santa.
Se il Signore tarda è dovuto solo al nostro modello di vita che tende sempre, nonostante mille proclami di fede, a chiedere dei segni che ci rafforzino in quello che abbiamo visto e sentito. Si ha bisogno per credere di un miracolo al giorno, allontanando così dal mondo la possibilità della sua vera liberazione. È necessario che sulla Sua Parola si inizi il viaggio per la nostra salvezza, sapendo di dover percorrere un iter di vita agitato dalla confusione della verità del nostro tempo. Senza il seme di Cristo nel cuore, nessuno è in grado di proseguire senza farsi del male, sommerso com’è dalla menzogna imperante. Oggi purtroppo c’è anche chi non cerca Cristo, affidandosi a teorie e ad affascinanti soluzioni di venditori accattivanti. Alterare o sostituire ogni giorno la figura di Cristo spinge l’uomo, per propria scelta, a perdersi per sempre.
Egidio Chiarella
www.egidiochiarella.it
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