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Nella scelta più importante che si possa fare nella vita, l’uomo non può non decidere da quale parte stare, nonostante l’era tecnologica che ha modificato l’esistenza umana. Dio c’è, come testimoniano le sacre scritture e come la storia lo ha attestato con la venuta del Messia. Di Lui nessuno ne può fare a meno, specie se ha deciso di vivere la pienezza dei suoi giorni. La scelta va fatta con serenità d’animo e determinazione, non servono veli colorati o il rossore sul viso.
Se l’uomo si dovesse vergognare del Signore mentre parla con chi gli sta di fronte, Ministro, docente, artigiano, agricoltore, ricco, indigente che sia, significa che questa sua forma di debolezza sarà il vero motivo di molti dei suoi affanni terreni. Da quale parte stare allora? Da quella del primo ladrone che sfida il Figlio dell’uomo a scendere dalla croce per liberare sé stesso e i due crocifissi accanto? O dalla parte del secondo, “il buon ladrone”, che riconosce i suoi errori terreni, ma anche l’innocenza, la giustizia e la santità del Cristo vicino che gli riserverà la benedizione più alta?
Il buon ladrone riconoscendo Dio davanti agli uomini, così come aveva annunciato Gesù, riscuote la certezza di essere riconosciuto davanti al Padre che è nei cieli. È questa la massima aspirazione umana che chiunque, se entra nel mistero del vangelo, potrà raggiungere. Scegliere in questo caso significa camminare, lottare, pregare, perdere, vincere, soffrire, sorridere, ecc.
È un percorso, non è solo un si o un no. Fatta la scelta bisogna che si capisca una delle ragioni superiori che reggono l’impalcatura della propria disposizione mentale e spirituale. L’analisi puntuale del teologo del Signore ci rende partecipi attivi della ragione ritenuta fondamentale nella costruzione dell’uomo nuovo.
“Il cristiano non è un operatore sociale. Le opere sociali sono il frutto in lui della retta, perfetta confessione di Cristo Gesù e l’obbedienza alla sua Parola, al suo vangelo. Si vive il vangelo, si opera a beneficio di ogni uomo secondo purissima verità e carità. La missione del cristiano è prima di ogni cosa spirituale”.
Quindi l’opera del cristiano, qualunque sia il suo ruolo nella società, se buona e proficua per la comunità non è altro che il riflesso concreto dell’obbedienza al vangelo. Al primo posto si trova perciò la parte spirituale dell’uomo, poi tutto ciò che riguarda il mondo. Principi essenziali che ritroviamo nell’autorevolezza di Giovanni Paolo II quando, rispondendo alle sollecitazioni di un medico donna, le ripeteva con il sorriso che prima viene la spiritualità della vita, asse importante delle tante comunità umane, poi viene il resto.
La giovane professionista in quell’occasione chiedeva a sua Santità più concretezza nelle azioni della Chiesa, perché in molti fuori non capivano il senso tangibile di alcune posizioni ufficiali, magari confondendo l’azione redimente del Papa con quella di un qualsiasi dirigente apicale nei tanti campi di natura politico-sociale. Le parole del Santo Padre e quelle del teologo del Signore non fanno altro che ricordare all’uomo di non partire mai da sé stessi. Un monito santo inteso purtroppo nella collettività come tanti altri, ma che in realtà rappresenta la linea di demarcazione tra spiritualità e materialità.
Il mondo intero ha necessità di intervenire sul valore della sua fisicità e della sua ragione. C’è una corsa al perfezionismo del corpo che spesso annulla qualsiasi rapporto con un percorso di fede, anche se nella vita corrente l’uno non esclude l’altro. Come esiste un neo-illuminismo che permette al potere, visibile e non visibile, di presentarsi quale l’apice della realtà vivente; il punto d’accesso nella complessità della varietà umana; lo stimolo verso un animismo e un relativismo con cui si prova a colpire il cuore della cristianità.
“Gender e crocifisso nei ripostigli” sono le armi attuali di un attacco al Vangelo che comunque rimane intatto nella sua eternità, nonostante il bombardamento in atto e quello più forte che non tarderà ad arrivare. Qui non serve una controffensiva militare! La Parola non ha avversari; ha gente che pensa in modo opposto della sua natura. Il cristiano deve compiere un’azione coraggiosa di testimonianza che oggi manca, per aprire il forziere d’oro del pensiero cristiano e farlo vedere, toccare, condividere, amare, seguire, capire e contribuire, insieme a chi c’è, a redimere e rassettare l’umanità.
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