Lavoro, arriva la svolta dell'equo compenso per i professionisti iscritti a ordini o collegi
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ROMA, 16 NOVEMBRE - Svolta per architetti, avvocati, commercialisti, e non solo. Sembra fatta per il cosiddetto equo compenso, principio che definisce legittima la parcella dei professionisti solo se “proporzionale alla quantità e alla qualità del lavoro svolto”. La norma riguarda 4 milioni e mezzo di lavoratori, iscritti in un ordine professionale (come gli avvocati), in un collegio (come i geometri), oppure riuniti in associazione (come gli infermieri). Il principio si applicherà non solo ai rapporti di lavoro con un’azienda privata, ma anche quando il committente sarà la pubblica amministrazione. Non è ancora legge ma dovrebbe diventarla presto. [MORE]
Si tratta di un emendamento della commissione Bilancio del Senato al decreto fiscale, il provvedimento che anticipa la legge di Bilancio e che ieri è arrivato nell’Aula di Palazzo Madama. Già oggi il provvedimento dovrebbe essere approvato con la fiducia per poi passare alla Camera, dove però non ci dovrebbero essere modifiche visti i tempi stretti per la conversione. “È un impegno preso con i professionisti per sradicare un vero e proprio caporalato intellettuale”, dice il ministro della Giustizia Andrea Orlando. L’iter è stato travagliato: nella prima versione del decreto l’equo compenso riguardava solo gli avvocati, per poi essere eliminato; adesso ricompare per tutti, e incassa la “gratitudine” di Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle professioni.
Di parere opposto Maurizio Del Conte, presidente dell’Anpal, l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, che sostiene si tratti di un “pasticcio” con diversi “problemi di attuazione”. Ma è bene precisare che alcune regole andranno definite in un secondo momento, e che una buona fetta resterà derogabile in caso di accordo tra le parti, cioè tra il professionista e l’azienda o la pubblica amministrazione. I rapporti di forza, quindi, conteranno ancora.
Nel frattempo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che definisce il debutto dal prossimo anno dei Bes, gli indicatori di benessere equo e sostenibile, che nella misura dello stato di salute dell’Italia affiancheranno il Pil. Tra le voci da tenere sott’occhio anche l’abusivimo e l’obesità.
Claudio Canzone
Fonte foto: cngeologi.it