L'Aquila, Bankitalia: direttore regionale di Confcommercio sospende la protesta
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L’AQUILA, 13 GENNAIO 2013 - «Mi sono barricato in un bagno della filiale Bankitalia per lanciare grido di dolore dei piccoli commercianti di questa martoriata città' che costretti dal terremoto a lasciare i propri negozi senza ottenere alcun sostegno e facendo debiti si sono ricollocati alla meglio e sono disperati e con le banche che li tengono quotidianamente sotto pressione», in questo modo – attraverso una nota - direttore regionale di Confcommercio, Celso Cioni, il direttore regionale di Confcommercio, ha spiegato le motivazioni che lo hanno indotto a barricarsi nella sede di Bankitalia, all'Aquila, insieme a due taniche di benzina. [MORE]
Cioni, nella sopraindicata nota prosegue puntualizzando la drammaticità della situazione, il grido di rabbia, dolore ed indignazione di cui – protestando in questo modo - si è fatto portavoce: «Molti sono esasperati e ricorrono a medici e psicologi o a psicofarmaci per sostenere questo stato di cose di cui non hanno colpe. Come sapete ci sono casi di suicidi. Per questo inizio sciopero fame e sete e chiedo che il governo riveda le condizioni del sistema bancario almeno nei paesi del cratere e della città che è ancora militarizzata e domando se qui possono applicar si le stesse regole di luoghi dove non è successo nulla. Se verranno forzate le porte del bagno dove sono barricato ho con me benzina e accendino. Basta con questa situazione che non meritiamo. Basta».
Al momento, si sono portati sul posto anche i carabinieri. Intanto, Cioni ha chiesto «almeno un colloquio telefonico con il prefetto. Voglio ottenere qualche iniziativa concreta per uscire da questa situazione. Sono consapevole che rischio l'arresto, ma per un motivo giusto non ho timori. Questa è una giusta causa per migliaia di persone. Altrimenti finisce male».
Il direttore di Confcommercio ha contunado avanzando delle richieste: «Chiediamo uno status particolare per sostenere il sistema delle piccole imprese. Non ho paura di andare in prigione per questo mio gesto. Questa è una crisi. giusta causa per finire dietro le sbarre. La mia è una protesta che può arrivare anche al gesto estremo di darmi fuoco».
Infine, Cioni ha concluso: «Non è una protesta contro le banche. Mi trovo qui perchè la banca è l'emblema della mia protesta. Non è giusto che i commercianti paghino per colpe non proprie; bisogna tutelare la libertà di impresa e il diritto al lavoro, fondamentali per qualsiasi civiltà. Non vogliamo i soldi, ma le “zappe”, perchè noi aquilani siamo abituati a lavorare sodo, non a chiedere soldi. La vera ricostruzione è ridare lavoro, reddito e dignità ai piccoli imprenditori».
Aggiornamento ore 15.30 - Il direttore di Confcommercio L’Aquila, Celso Cioni, dopo alcune ore, ha deciso di sospendere la sua coraggiosa protesta che lo ha portato stamattina a rinchiudersi nella sede di Bankitalia del capoluogo abruzzese, minacciando di darsi fuoco, poiché munito di tanica di benzina e accendino. A farlo desistere è stata la mediazione portata avanti dal comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Savino Guarino, ed il sostituto procuratore, Stefano Gallo.
(Foto: ilmessaggero.it)
Rosy Merola