Cardinale, Argusto e Gagliato contro il Parco Eolico Sovale: “Così distruggete il territorio”


Parco Eolico Sovale, cresce la protesta dei sindaci di Cardinale, Argusto e Gagliato: “Progetto inaccettabile, impatta su ambiente e salute”
Un impianto eolico da 24 MW minaccia l’equilibrio paesaggistico e naturalistico del territorio calabrese. I primi cittadini alzano la voce e chiedono lo stop immediato.
CARDINALE (CZ) – È scontro aperto tra i comuni di Cardinale, Argusto e Gagliato e il progetto per la realizzazione del nuovo Parco Eolico Sovale, un impianto da 24 megawatt previsto su aree intercomunali del basso catanzarese. I sindaci dei tre paesi si sono formalmente opposti al progetto, sollevando preoccupazioni di natura ambientale, sanitaria e paesaggistica, e inviando le proprie osservazioni alla Regione Calabria e al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Il progetto, secondo quanto riportato nei documenti ufficiali, prevede l’installazione di numerosi aerogeneratori di grandi dimensioni in una zona collinare e a forte vocazione naturale e agricola. Tuttavia, secondo gli amministratori locali, il piano di sviluppo non risponde ai criteri di sostenibilità previsti dalla normativa regionale e nazionale.
I sindaci uniti: “Progetto calato dall’alto, senza benefici per il territorio”
A guidare la protesta sono i sindaci Danilo Staglianò (Cardinale), Valter Matozzo (Argusto) e Salvatore Sinopoli (Gagliato). I tre primi cittadini hanno dichiarato la loro ferma contrarietà al progetto e hanno deciso di seguire un percorso congiunto, al fine di opporsi non solo a questo specifico impianto, ma a una possibile proliferazione indiscriminata di impianti eolici nella zona.
“L’impianto proposto impatta in maniera considerevole e significativa sulle componenti ambientali, paesaggistiche, vegetazionali e, quindi, anche avifaunistiche dei nostri territori”, ha dichiarato il sindaco Staglianò.
La posizione condivisa dei tre comuni si fonda su dati tecnici, studi di impatto ambientale e valutazioni paesaggistiche che, secondo i sindaci, non rispettano i requisiti minimi richiesti per impianti eolici in Calabria.
Impatto ambientale, acustico e paesaggistico: i punti critici del progetto Sovale
Numerose le criticità evidenziate nel dossier inviato agli enti competenti:
- Rotori e pale non conformi agli standard per la riduzione del rumore, con rischi per la salute pubblica;
- Distanze insufficienti tra gli aerogeneratori e dai centri abitati;
- Assenza di benefici diretti per le comunità locali in termini di energia o occupazione;
- Interferenze con le radiotrasmissioni, non compensate da adeguati sistemi di mitigazione;
- Nessun sistema di condotti unici per il collegamento alla rete elettrica, con impatti su suolo e vegetazione;
- Danni irreversibili al paesaggio collinare, con conseguente perdita di attrattività per il turismo e l’agricoltura locale.
I sindaci hanno sottolineato anche il rischio di desertificazione demografica, qualora la qualità della vita venisse compromessa da rumori, impatti visivi e distorsioni nel tessuto ambientale locale.
Verso un modello di sviluppo sostenibile: “Sì alle rinnovabili, ma non così”
Le amministrazioni comunali chiariscono di non essere contrarie alle energie rinnovabili, ma pretendono pianificazione seria e partecipata, che metta al centro il benessere delle comunità.
“Siamo favorevoli a un modello energetico sostenibile, ma non possiamo accettare interventi impattanti calati dall’alto, che ignorano la vocazione naturale e sociale dei nostri territori”, dichiarano i sindaci in una nota congiunta.
Difendere il paesaggio calabrese: un dovere per il futuro
La protesta non è solo amministrativa, ma anche culturale. Gli enti locali rivendicano il diritto di proteggere il patrimonio ambientale e storico che caratterizza l’area del basso catanzarese. Paesi come Cardinale, Argusto e Gagliato conservano un'identità legata al paesaggio, alla tradizione agricola e a una dimensione umana che rischia di scomparire sotto la spinta di modelli di sviluppo industriale non condivisi.
La battaglia contro il Parco Eolico Sovale potrebbe diventare un precedente importante per la Calabria, aprendo un dibattito più ampio sul rapporto tra transizione ecologica, partecipazione democratica e tutela del territorio.
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