Lampedusa, Barroso: «Europa non può girarsi dall'altra parte». Letta:«discutere la Bossi-Fini»
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LAMPEDUSA (AGRIGENTO), 9 OTTOBRE 2013 - Il Centro di accoglienza di Lampedusa al limite dell’implosione, con i migranti costretti sempre di più a vivere in condizioni disumane. I sommozzatori che continuano a riportare instancabilmente i corpi delle vittime in superficie, 296 l’ultimo bilancio. L’hangar dell’aeroporto divenuto una grande camera mortuaria. Gli abitanti di quest’isola di frontiera che dimostrano civilmente tutta la loro rabbia contro una politica fino ad oggi silenziosamente disinteressata nei confronti di una grave e perpetrata questione umanitaria.[MORE]
Agli occhi delle più alte cariche istituzionali europee ed italiane, Lampedusa, questa mattina, si è presentata nel pieno delle sue amare “forze”. Condizioni che rispecchiano una crisi reale ed insopportabile che riguarda quella grande area del Mediterraneo che per troppo tempo è stata abbandonata al suo drammatico destino.
La speranza è che la visita odierna del presidente della commissione Europea, Josè Manuel Barroso, del commissario europeo per gli Affari Interni, Cecilia Malmstrom, accompagnati dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, e dal vicepremier, Angelino Alfano, possa veramente rappresentare una svolta.
«Ho visto sofferenza e dolore» ha affermato il premier Letta subito dopo aver visitato il Cpa di Lampedusa. Una visita che fino all’ultimo minuto era in dubbio per motivi di sicurezza, ma sul quale il sindaco Giusi Nicolini ha insistito fortemente durante l’iniziale incontro tenutosi presso il Municipio. D’altronde arrivare in quest’isola di frontiera senza aver preso atto di quanto inaccettabile sia lo stato di questo centro sarebbe stato paradossale ed inutile.
Poi l’attesa conferenza stampa, con il presidente Letta che ha preso per primo la parola: «quella di Lampedusa è una tragedia immane mai accaduta nel Mediterraneo. Chiedo scusa per le inadempienze del nostro Paese, rispetto ad una tragedia come questa». Il presidente del Consiglio ha poi annunciato che «ci sarà funerale di Stato per le vittime». Inoltre, col proposito di prendere immediate misure «il consiglio dei ministri di oggi deciderà un intervento sul tema dei rifugiati e un’altrettanto importante collocazione di risorse sui minori».
Ma oltre all’impegno dello Stato italiano il premier Letta ha ribadito più volte l’importanza che all’interno di questa drammatica situazione ricopre l’intera Ue: «l’Ue dovrà discutere urgentemente del tema dell’immigrazione». In tal senso Letta punta forte sul summit europeo che avrà luogo il prossimo 24 ottobre quando spera di porre al centro di ogni discussione la programmazione di una «politica organica dell’Ue sull’immigrazione».
Invito questo che sembra essere stato recepito dal presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso che ha esordito dicendo: «l’Europa sta con la gente di Lampedusa. Il problema di uno dei nostri paesi, come l’Italia, deve essere percepito come un problema di tutta l’Europa. Insieme – ha continuato – possiamo agire in modo più adeguato. L’Europa non può girarsi dall’altra parte». Lo stesso Barroso si è dimostrato colpito da quanto visto con i suoi occhi: «l’immagine delle centinaia di bare non andrà mai via dalla mia mente. È un’immagine che non si può dimenticare. C’erano bare di bambini, madri e figli: è qualcosa che mi ha scioccato e rattristato».
Durante la conferenza stampa, i tanti giornalisti presenti, hanno inoltre chiesto al premier italiano cosa ne pensa sull’incriminazione per immigrazione clandestina subita dai migranti sopravvissuti: «Quando ho sentito questa notizia – ha detto il presidente Letta – da capo del governo ho provato un senso di profonda vergogna. Le leggi vanno applicate, però quello che accade qui è una vicenda di grandissimo dramma umano». Inoltre merito all’attuale legge vigente la Bossi-Fini, ha aggiunto: «ci sarà una discussione nel Governo e nel Parlamento per trovare soluzioni migliori. Ci sarà un confronto tra le forze politiche che hanno avuto in passato condizione diverse su questi temi».
Ma più che al passato le divergenze su questo tema sembrano appartenere al presente come dimostrano le successive parole del ministro Alfano che su un’eventuale abolizione della legge Bossi-Fini ha detto: «non risolverebbe il problema».
(Immagine da agi.it)
Giovanni Maria Elia