Lampedusa avvia la produzione di energia rinnovabile
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Lampedusa avvia la produzione di energia rinnovabile

giovedì 15 dicembre, 2016

LAMPEDUSA, 15 DICEMBRE - È stato inaugurato il 13 dicembre 2016 a Lampedusa l'impianto fotovoltaico da 40 chilowatt finanziato con il contributo di 936 persone che hanno partecipato alla campagna di crowdfunding "accendiamo il sole", promossa da Greenpeace e che in soli 15 giorni ha visto raccogliere i trenta mila euro necessari ad avviare il progetto. [MORE]

La struttura si compone di oltre 160 pannelli installati sul tetto di un edificio comunale che produrranno energia pulita che consentirà all'isola di risparmiare circa 200 mila euro e di evitare di immettere nell'atmosfera 300 tonnellate di CO2. L'impianto era già autorizzato, ma lungaggini burocratiche avevano rallentato i tempi di accesso ai fondi di finanziamento. Greenpeace interviene proprio a questo punto, fornendo gli strumenti per poter superare questo stallo e avviarne la costruzione.

Andrea Purgatori, presidente di Greenpeace Italia, sostiene: «È paradossale che in luoghi famosi per il sole, il mare e la bellezza come Lampedusa l’energia venga prodotta quasi completamente dal petrolio. Noi vogliamo invertire questo trend e per questo auspichiamo che l’inaugurazione di oggi sia solo un primo concreto passo verso un futuro al 100 per cento rinnovabile per le isole italiane».

Per Greenpeace, i tempi di reazione alla compagna lanciata sono un chiaro segnale alla volontà di cambiamento mostrata dai cittadini. «Il governo deve tenere conto di questa volontà e agevolare chiunque abbia intenzione di installare il proprio impianto per produrre energia», dice Luca Iacoboni, responsabile del settore Clima ed Energia per Greenpeace Italia. «A breve si discuterà in Europa la nuova direttiva sulle energie rinnovabili, chiediamo al governo di prendere una posizione chiara e concreta a favore dell’ambiente e dei cittadini», ha continuato Iacoboni.

Come sostiene il Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio «I cittadini, al pari di Comuni e piccole e medie imprese, devono essere incentivati ad autoprodurre l'energia che consumano, e non ostacolati come avviene in Italia. Chiediamo che questa situazione cambi presto sia a livello comunitario, con la nuova direttiva sulle energie rinnovabili, sia a livello nazionale. Vedremo se il governo Gentiloni cambierà la linea anti rinnovabili seguita dal governo Renzi, che per tre anni ha quasi bloccato un settore così importante per il futuro energetico del Paese».

Fonte immagine verdecologia

Claudia Cavaliere


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