La tirannia invisibile dell'economia
Fantasticherie del cuore Calabria

La tirannia invisibile dell'economia

giovedì 14 gennaio, 2016

14 GENNAIO 2016 - I cittadini oggi soffrono perché sono venuti meno le strutture portanti del vangelo. Il santo Padre con la pubblicazione della sua straordinaria 'Evangelii Gaudium', parla di una economia che uccide e tra le sfide del mondo attuale, denuncia proprio il sistema economico: "E' ingiusto alla radice. Ascoltare il grido dei poveri". Lo fa sottolineando anzitutto le crepe da chiudere prima nella Chiesa, che hanno impedito un cambiamento più proiettato verso il popolo del Signore: "Dal momento che sono chiamato a vivere quanto chiedo agli altri, devo anche pensare a una conversione del papato”.  [MORE]

Perché aumentano le tasse? Uno dei motivi principali, tra i tanti, è quindi senz’altro il continuo dilagare di una alta corruzione e di una immoralità senza limiti, proprio nei luoghi preposti a pensare, progettare e sostenere il futuro di un Paese. Sarà un ragionamento forse semplicistico, ma per me rimane centrale e vera autentica palla al piede dello stesso progresso civile dell’economia.

Papa Francesco è chiaro come è nel suo stile: "Questa economia uccide", fa prevalere la "legge del più forte, dove il potente mangia il più debole". La cultura dello "scarto" ha creato "qualcosa di nuovo", "gli esclusi non sono 'sfruttati' ma rifiuti, 'avanzi'". C'è la "nuova tirannia invisibile, a volte virtuale", di un "mercato divinizzato" dove regnano "speculazione finanziaria", "corruzione ramificata", "evasione fiscale egoista".

Ovunque la gente si lamenta per il peso delle imposte che strozzano il lavoro, la produzione e il consumo. Si è perso il loro fine nobile, quale strumento per migliorare i servizi dell’intera collettività e con essi la qualità della vita. Ho l’impressione che gli amministratori del mondo somiglino molto al re Roboamo! Nel libro dei Re si parla di questo sovrano che accolse i consigli sbagliati, dopo la richiesta del suo popolo, stremato per le vessazioni, di alleggerire il giogo delle tasse ordinate da suo padre, al fine di sancire un patto di fedeltà più solido e duraturo. Risultato? I regno andò in frantumi.

Certo in questo periodo di crisi è difficile abbassare le tasse, ma tenendole alte o aumentandole, come avviene da oltre dieci anni a questa parte, prima o poi si rischia di far saltare il sistema democratico. Il danno purtroppo è fatto! Il debito pubblico è figlio di un’illusione di vita senza problemi, spesso sovrastata dall’illegalità, dell’immoralità, della corruzione, dell’apatia sociale, dell’avere fine a se stesso. A tutto questo c’è da aggiungere la presunzione di costruirsi un Dio personale, sponsorizzato da un relativismo mostruoso e da un consumismo che vende e svende ormai di tutto, compresa la dignità umana.
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Egidio Chiarella


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