La tentazione sponsor del bene artefatto!
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Non è mai stancante riflettere sulla tentazione. Sembra un tema così ormai scontato che parlarne di continuo potrebbe significare un semplice tentativo di fare della pura dietrologia. Eppure è proprio in questo atteggiamento di sottovalutazione generale che si nascondono le insidie maggiori. Leggiamo assieme alcune considerazioni teologiche per meglio capire di che cosa stiamo parlando: “Possiamo affermare che l’uomo sempre è vissuto, vive, vivrà in ferree strutture di tentazione, che poi diventano ferree strutture di peccato. Ma queste strutture mai giustificano la caduta in tentazione. È obbligo personale del singolo non cadere in tentazione. L’uomo sarà sempre tentato, ma spetta a lui non cadere in tentazione. La tentazione bussa al suo cuore e alla porta della sua anima, a lui l’obbligo e la responsabilità di restare ancorato nella volontà di Dio, lasciando ininterrottamente guidare e muovere dallo Spirito Santo”. [MORE]
Non è la prima volta che oggi si senta dire quanto il mondo sia pieno di falsi agguati etici e sociali che portino ognuno a cadere in errore. La tentazione stessa camuffata in opportunità ha di fatto cambiato lo stesso valore delle cose. Ma questa non può essere una scusa, anche se “istituzionalizzata”, per allontanare da sé origini e conseguenze di qualsiasi peccato. C’è un obbligo morale in ogni persona che non può essere sotterrato sotto la coltre dell’insipienza o della finzione interiore. Una porta si apre sempre dall’interno. Chi bussa entra solo se qualcuno dal di dentro acconsente al suo passaggio. Funziona così anche per il cuore o l’animo umano. Solo rimanendo legati alla volontà di Dio, nell’obbedienza alla sua Parola, diventa difficile lasciare il libero accesso ad ogni forma di tentazione.
Essere nelle volontà di Dio non è una operazione per pochi eletti, nonché una lezione affascinante di catechesi o persino una metodica lettura di un passo sacro, ma lo è per consacrazione ricevuta e vocazione. Continuiamo a leggere da alcuni appunti teologici: “Il cristiano per consacrazione ricevuta nel sacramento del battesimo, della cresima, dell’ordine sacro, del matrimonio, dell’eucaristia, della penitenza, dell’unzione degli inferni, entra in una singolare volontà di Dio da compiere. Anche per missione, vocazione, carismi e doni naturali e soprannaturali è legato ad una speciale, particolare volontà di Dio da assolvere”. L’appunto chiude con una bugiarda missione seduttiva tra gli uomini: “La tentazione viene con lo scopo non solo di farci cadere nella trasgressione dei Comandamenti, ma nel farci cambiare il bene”.
Quest’ultimo campanello d’allarme è il più insidioso, perché punta a tentare ognuno a fare del bene che non sia quello di Dio, ma quello innaturale del maligno. Ed ecco la possibilità, oggi molto frequente, di presentare qualsiasi forma di compassione, carità o pietà come l’espressione più alta del bene altrui. Ci si concentra solo sul bisogno del corpo e si annulla la cura dell’anima e dello spirito. Dato un pezzo di pane finisce ogni sguardo d’amore. La coscienza viene alimentata così risposte fraudolenti e la società si ingrossa di paroloni che mostrano la solidarietà nella sua apparenza più prossima. Non c’è spesso traccia di quello “sforzo” che urge offrire all’altro perché venga sconfitto lo spettro della sua solitudine interiore, incapace di fargli alzare gli occhi al cielo. La tentazione resta così lo sponsor del bene artefatto!
Egidio Chiarella
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