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CATANIA, 1 APRILE 2012 – Maggiori interventi economici per l'edilizia scolastica e la costituzione di un tavolo permanente tra Provincia, ufficio scolastico provinciale e dirigenti scolastici per monitorare la condizione delle scuole catanesi. Sono queste le due principali richieste portate avanti dagli studenti delle scuole medie superiori catanesi, scesi in strada insieme al Movimento Studentesco ed ai Cobas per denunciare la fatiscenza dei loro istituti.
«L'ottanta per cento delle scuole superiori della Provincia non ha certificati di agibilità e antincendio, non vengono rispettate le più elementari norme di sicurezza, molti locali sono chiusi perché inagibili, le aule sono sovraffollate, gli impianti di riscaldamento di molte scuole quest'anno non hanno funzionato, depositi di rifiuti popolano i cortili interni degli edifici scolastici, le barriere architettoniche e la mancanza di rampe ed ascensori impediscono materialmente di frequentare le scuole senza difficoltà» è la fotografia che della scuola facevano, pochi giorni fa, Movimento studentesco e Cobas catanesi nel comunicato di presentazione del corteo.[MORE]
Scuole senza un piano di sicurezza antisismica in una delle città a più alto rischio di terremoti in Italia, non viene rispettato il rapporto tra numero degli studenti e dimensioni delle classi, che dunque porta a non rispettare quel parametro di 1,96 metri quadri per alunno alle scuole superiori (1,80 metri quadri per alunno invece è il parametro per le scuole materne, elementari e medie) richiesto dalla legge 626 del 1994.
Catania, peraltro, è stata destinataria di centoventi miliardi di vecchie lire dei fondi nazionali stabiliti dalla legge 433, relativa alla ricostruzione dei comuni colpiti dal terremoto di Santa Lucia nel 1991.
Soldi e dossier sull'argomento non mancano. Il primo studio sugli edifici pubblici fu redatto dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile già nel 1999, nel quale già si denunciava la pericolosità del settanta per cento delle scuole cittadine. Ma da allora, evidentemente, nessuno ha fatto niente, ed il denaro è stato speso in altro modo.
Lo scorso anno Federica Motta, redattrice di Ctzen.it ha realizzato un'inchiesta dal titolo «Quando la scuola crepa» che ben fotografava la situazione. Un anno dopo siamo ancora a parlare dello stesso problema.
Scarsa, se non scarsissima, è stata comunque l'affluenza al corteo. L'importante, comunque, è che chi di dovere si presenti nei luoghi istituzionalmente stabiliti per risolvere la questione. A Catania e non solo.
(foto: ienesiciliane.it)
Andrea Intonti