

BREMBATE (BE) - Venerdì sera, giorno della scomparsa della tredicenne, Yara Gambisio intorno alle 18.44 risponde ad un sms di un’amica che le chiede se la domenica successiva parteciperà ad una gara di ginnastica ritmica e lei risponde dando la sua conferma.
Ma Yara a quell’ora sarebbe già dovuta essere a casa. Aveva lasciato la palestra intorno alle 18.30 e per tornare a casa le bastavano sempre pochi minuti.[MORE]
Ora la domanda è: Yara si stava forse allontanando di sua spontanea volontà con qualcuno che conosceva e del quale, forse a torto, si fidava?
Solo cinque minuti dopo, alle 18.49, il cellulare di Yara si è spento e non si è più riacceso.
L’ultima cella agganciata dal telefonino della ragazza sarebbe nel comune di Mapello, a 14 chilometri di Brembate.
Un altro indizio: grazie all’intervento di ieri pomeriggio dei cani molecolari si è arrivati alla conclusione che la ragazza, subito dopo gli allenamenti, si sia diretta nella direzione esattamente opposta a quella di casa. Avrebbe attraversato dunque via dei Caduti dell’Aeronautica, una via che attraverso le campagne porta a Mapello. Nella zona, piena di stabilimenti industriali, spesso ci sono camionisti provenienti da tutta Europa.
Ma dove stava andando Yara e con chi?
A differenza del delitto di Avetrana, durante i 40 giorni di ricerche prima del ritrovamento del cadavere della vittima, Sarah Scazzi, se ne erano dette di tutti i colori sul suo conto.
Ma per Yara è tutta un’altra storia: tutti raccontano di una ragazza intelligente, serena, che pensa solo allo sport e ai libri.
Un ragazzo che giura di aver visto Yara insieme a due uomini è stato denunciato per falso. Molte persone su facebook dichiarano di averla vista. Tutti sono convinti che si sia allontanata volontariamente. Solo una persona resta fuori dal coro: la mamma. Lei sa, lei sente, non mancano vestiti, non è possibile che la sua Yara se ne sia andata così, per sua volontà.