La Merkel si apre alla Grecia ma nascono nuovi dissidi con Vienna
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FIRENZE, 01 SETTEMBRE 2012- Il cancelliere tedesco Angela Merkel plaude alle iniziative intraprese dal premier ellenico Samaras sul versante delle riforme interne nella direzione di accrescere l’affidabilità del Paese nei confronti dei partner europei e dei mercati internazionali.
Con una nota molto sentita ha affermato che la determinazione nel promuovere riforme nel Paese da parte di Samaras è questione "molto seria". Con questo atteggiamento la Merkel tenta di tenere a bada gli atteggiamenti nefasti dell’ala più oltranzista della sua coalizione, i cosiddetti falchi, che proprio in queste ultime settimane, hanno continuamente ribadito una possibile uscita dall’euro della Grecia.
Angela Merkel in un’intervista alla televisione Ard ha dichiarato: “L'Europa si trova in una fase fondamentale e tutti dovrebbero misurare le parole”.
Le parole della Merkel suonano come un invito a smorzare i toni sulla possibile uscita della Grecia dall'eurozona; invito indirizzato nei confronti della sua coalizione, ma soprattutto al segretario generale della Csu Alexander Dobrindt. La cancelliera ha poi precisato che “C'è molto in gioco quando parliamo della Grecia, Samaras si sta sforzando molto seriamente”. Poi ha riferito “ come già altri, ho detto al primo ministro che rimane ancora molto da fare. In questo contesto, ogni giorno è importante per la Grecia per moltiplicare i suoi sforzi e mettere in pratica ciò che ha promesso. Negli ultimi due anni e mezzo la fiducia si è fortemente incrinata, attendiamo gli esiti del rapporto della 'troika'", ha terminato la Merkel rriferendosi alla visita del premier ellenico di venerdì a Berlino.
Intanto Jens Weidmann, gigante della banca centrale tedesca Bundesbank, ha, ancora una volta, bocciato l'ipotesi di acquisto di titoli di Stato dell'Eurozona da parte dell'Eurozona sottolineando che equivarrebbe a finanziare gli Stati stampando moneta.
Alexander Dobrindt invece, segretario generale della CSU, aveva duramente criticato l’operato di Mario Draghi, definendolo un falsario di monete e specificando che i Greci "devono capire prima o poi che cammineranno meglio sulle loro gambe fuori dall'euro".
La Merkel ha commentato anche queste dichiarazioni, ribadendo che la Bce è indipendente e ha un mandato limitato al contributo alla stabilità della moneta, ma ha anche sottolineato che Weidmann fa bene a mettere in guardia i politici. Angela Merke infine, ha espresso la sua "fiducia nel fatto che le decisioni di Francoforte siano prese nel rispetto di questo mandato della Banca centrale, e così ha affermato anche Mario Draghi".
Da sottolineare lo scontro a distanza tra Vienna e Berlino su una possibile proroga alla Grecia per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione del debito. All’opinione favorevole espressa da Vienna, ha fatto seguito un roboante no da parte del vicecancelliere tedesco, Philipp Roesler.
Werner Faymann, cancelliere austriaco, durante un’intervista all’Oesterreich, aveva annunciato aperture per tempi meno rigidi sul piano di austerity imposto ad Atene, specificando: “Vedo buone possibilità di un rispetto degli accordi fra Atene e l'Unione europea, se ciò venisse garantito sarei favorevole a una proroga del rimborso del debito di due o tre anni. Spetta agli esperti decidere il periodo, visto che la crisi e la disoccupazione in Grecia hanno raggiunto un livello tale da rendere impossibile per Atene il ripiano dei debiti se non le verrà concesso maggior tempo per farlo”.
Le prospettive di una fuoriuscita dalla crisi europea passano inevitabilmente, pena la catastrofe, attraverso la ricerca di soluzioni politiche condivise che pongano l’interesse generale come bene primario da salvaguardare, rifuggendo da atteggiamenti di miope solipsismo che finirebbero per danneggiare principalmente chi ne sostiene le ragioni.[MORE]
Francesco Serra