La libertà di poter scuotere la polvere dei propri piedi
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L’uomo vero è quello che ha l’ardire di portare a termine un impegno assunto davanti a Dio e agli uomini, senza mai arretrare dinnanzi alle difficoltà che la vita gli potrebbe riservare per scoraggiarlo o fargli cambiare strada. I pilastri di un intero popolo, attento alla crescita morale e sociale, poggiano sulle fondamenta della coerenza e della fedeltà dichiarata alla missione assunta. Chi tradisce gli impegni adottati fa male a sé stesso, ma anche a chi gli sta attorno. Si pensi agli apostoli che ricevono direttamente da Cristo la missione di diffondere la Parola. Un loro fallimento sarebbe stato un disastro per l’intera umanità. La fede cristiana ha invece modellato la storia e accompagnato le più grandi trasformazioni sociali ed economiche, qualificando l’esistenza umana e facendo raggiungere obiettivi impensabili specie nell’era pre-rinascimentale.[MORE]
La libertà, l’autorevolezza, l’equilibrio, componenti essenziali per la definizione della personalità di ognuno, sono il prodotto di un percorso teso ad assicurare la realizzazione di tutto ciò che sia stato posto a fulcro di un progetto rivolto al bene comune. Chi si ferma; chi cambia strada; chi trucca il sentiero; chi bleffa con sé stesso non fa altro che mortificare il genere umano, rispondendo alla peggior parte del suo modo di essere. Costoro non potranno mai lasciare una casa; un luogo istituzionale; una relazione importante; un centro decisionale in campo economico, sociale e politico, scuotendo la polvere dei loro piedi. Questo è un gesto che presuppone, come fu ben spiegato da Gesù ai discepoli prima di inviarli per il mondo, la messa in opera di ogni tentativo mirato a portare a termine un qualsiasi iter avviato in piena consapevolezza. Solo allora si avrà l’autorità richiesta.
Si legge in Matteo 10,14: “Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi”. Ma cosa significa scuotere la polvere dei piedi, dinnanzi a chi non vuole in alcun modo sentire le ragioni altrui? Utilizzo in proposito un brano tratto da una riflessione teologica più ampia riferita agli apostoli. “Perché essi dovranno scuotere la polvere dai loro sandali, nel caso non vengano accolti o siano respinti? Scuotere la polvere è attestazione che la responsabilità ora è tutta di coloro che non hanno voluto la Parola. Domani, nel giorno del giudizio, nessuno li potrà accusare di non aver svolto con fedeltà piena la missione ricevuta. Negli Atti degli Apostoli San Paolo attesta la sua innocenza verso coloro che si perdono”.
Siamo di fronte ad una vera attestazione di verità dinnanzi alla storia. Il segnale è chiaro. Tutto il possibile è stato fatto. Nessuno potrà mai accusare altri per i propri errori. San Paolo non sarà responsabile dinnanzi agli ebrei della perdizione di chi non ha voluto accettare la via di salvezza. Ognuno di noi dovrebbe interrogarsi sulla propria missione. Chi è fuori lo è per scelta. Chi crede in Dio peggiora il suo cammino se dovesse sentirsi escluso dall’imbarbarimento delle coscienze e dall’indebolimento del pensiero cristiano. È naturale interrogarsi! Faccio ovunque mi trovi il mio dovere di credente sino in fondo? Nel lavoro o nel ruolo che occupo svolgo con coerenza la mia parte? Sono testimone per l’altro di buone e sante abitudini? Solo in presenza di una risposta affermativa si potrà scuotere la polvere dei propri piedi e non essere imputabili per l’ignavia altrui.
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