La domenica delle Palme e la fede dell'uomo
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17 MARZO 2016 - La vera fede, forza possente dell’uomo, non si ferma dinanzi a nessuno ostaco-lo. Se si ferma è un’altra cosa. Quella fede che si arrende dinanzi ad una piccola difficoltà, mai potrà dirsi tale. Gli ostacoli sono la prova. Ha fede chi li supera. Gesù superò anche l’ostacolo della croce. Rimase inchiodato. Non scese. Vinse il peccato. Sconfisse la morte. Oggi Cristo ha bisogno di noi. I credenti siamo invece distratti e impediamo a Dio di salvare il nostro tempo; sventoliamo il ramoscello d’ulivo e poi gridiamo “crocifiggilo, crocifiggilo!”.
Viene sempre di più meno la filosofia della condivisione, che è alla base del pensiero cristiano, proprio perché l’uomo ha smesso di sintonizzarsi con la sua fede in Cristo Gesù. Se oggi il denaro detta i sentieri del “benessere”, evidentemente l’uomo è sceso di livello nella scala della creazione, dove invece gli era stato assegnato il primo posto. La strada per ripartire impone di sollevarsi da una crisi che ha invaso ormai il cuore e la testa delle comunità in tutto il mondo. [MORE]
Non possiamo più inseguire una traiettoria basata esclusivamente sulla varietà di un mercato drogato, che sappiamo del profitto di alcuni e non dell’incontro e della stessa condivisione tra gli uo-mini, per migliorarsi a vicenda. L’uomo ritorni a Dio. Non ha altre strade, né leggi umane in grado di regolarizzare il suo fallimento. Riscopra la fede, senza arrossire e abbassare gli occhi e sarà natu-rale cambiare ogni cosa nel bene.
Scrive mons. Di Bruno: “La fede dell’uomo ha una tale potenza da mettere in movimento tutta l’onnipotenza del Padre. Senza la fede l’onnipotenza divina rimane immobile. Resta inoperosa. È come se non ci fosse. La fede è più che lo speciale carburante per i razzi vettori che devono rag-giungere il cosmo. Essa è una forza, anzi è la vera forza, la vera onnipotenza di Dio dentro di noi. Nulla è più forte di un uomo pieno di vera fede. Gesù dice che quest’uomo può anche spostare le montagne. Nulla gli resisterà, perché Dio si pone interamente nelle sue mani”.
Capite a cosa rinuncia l’essere umano, chiudendosi nel recinto delle sue regole e dei suoi traguardi, che hanno nello sfondo una società dove la miseria umana cambia look, ma non la pelle, che rimane strappata e lacerata dalla forza di nuovi soprusi e angherie. Quando Papa Francesco grida ai giovani “Non fatevi rubare la speranza”, li invita a non mollare, a non piegare la testa, ad avere fede, quale vera gioia. Che il ramoscello d’ulivo che simbolicamente sarà sventolato domenica, non rimanga un atto formale e non si tramuti in una nuova richiesta di crocifissione!
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Egidio Chiarella
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