La cometa Ison divide gli astrofisici: polverizzata dal sole o solamente in ritardo?
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ROMA, 30 NOVEMBRE 2013 - Scoperta nel Settembre del 2012 da un gruppo di scienziati russi, la cometa di Ison vanta una storia lunga ben quattro miliardi di anni. Tenuta sotto osservazione da un gruppo di astrofisici italiani di Arceteri, doveva transitare vicino al sole durante le prime ore di questa mattina, ma non è ancora stata avvistata.
La sua sorte divide adesso gli scienziati: si è disintegrata a causa del troppo calore della nostra stella madre oppure è solamente in ritardo? Carey Lisse, esperto del laboratorio di fisica applicata Johns Hopkins, ha dichiarato che molti dei suoi colleghi si aspettano che il corpo celeste si disintegri totalmente, mentre altri ritengono che la cometa riduca il proprio volume per poi proseguire con la sua corsa. [MORE]
«Stamattina, per scrupolo, mi sono svegliato nuovamente all’alba. Erano le 5. Ho sperato fino all’ultimo di vederla in cielo, ma di Ison nessuna traccia. Ormai credo che non ci siano più speranze di vederla. Il calore del Sole l’ha polverizzata». Ha dichiarato Gian Paolo Tozzi, astrofisico del gruppo di scienziati di Arcetri coordinato da Claudio Codella.
«Il nostro gruppo - ha continuato Codella, che ha osservato la cometa presso il radiotelescopio di Medicina a Bologna - segue la cometa da un anno, da ottobre 2012, a un mese dalla sua scoperta. Da quel momento non l’abbiamo mai mollata. La sera di giovedì 28, attraverso le riprese di SoHO, avevamo notato qualcosa di strano. La cometa aveva cambiato il suo aspetto: al principio aveva un nucleo ben definito, poi è diventato sempre più debole e puntiforme, un processo tipico di quando una cometa frammenta il suo nucleo, si dissolve e rimane solo parte della coda».
«Si sono dette tante cose positive, ma quando una nuova cometa solca lo spazio del Sistema Solare, e lo fa per la prima volta, bisogna essere cauti. Certo - conclude Cordella - se fosse uscita indenne dal contatto con la nostra stella avremmo visto in cielo uno spettacolo indimenticabile, con una coda enorme e lucente. Ma così non è stato»
(fonte www.ilmessaggero.it)
(foto urbanpost.it)
Elisa Lepone