La chirurgia protesica salva sessualità e continenza dopo intervento alla prostata per tumore
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La chirurgia protesica salva sessualità e continenza dopo intervento alla prostata per tumore

mercoledì 11 aprile, 2012

CATANIA, 11 APRILE 2012- Se fino a qualche anno fa, in Sicilia e al Sud Italia, per curare una malattia si pensava a viaggi verso grandi centri del nord Italia , oggi, è possibile curarsi nella propria città o regione grazie alla presenza di reparti di eccellenza di molti ospedali del Mezzogiorno. Tra questi l’unità operativa di urologia e chirurgia andrologica della Casa di Cura Musumeci Gecas Gravina di Catania presso la quale opera il professor Rosario Leonardi , tra i centri d’avanguardia e di riferimento in Sicilia nel trattamento dell’impotenza con l’impianto di protesi di nuova generazione che consentono il ritorno a una normale sessualità e nel trattamento dell’incontinenza urinaria maschile patologie che in una certa percentuale di casi sono causate dall’ intervento alla prostata per tumore.

Secondo recenti dati , dopo il cancro è crisi di coppia per 3 milioni di italiani affetti da impotenza e incontinenza urinaria, conseguenze indesiderate dell’asportazione chirurgica radicale della prostata che si possono ora trattare con valide soluzioni. Le ultime evoluzioni terapeutiche puntano, quando i farmaci stimolatori dell’ erezione sono inefficaci, sull’impianto di protesi peniene di nuova generazione che consentono il ritorno a una normale sessualità e sull’inserimento di sling (benderelle) che, poste sotto l’uretra, ripristinano la normale continenza. “L'asportazione chirurgica completa della prostata”, spiega il professor Rosario Leonardi, “causa impotenza in oltre il 50% dei pazienti operati.[MORE]

Durante l’intervento chirurgico infatti i nervi dell’erezione possono subire dei danni che causano una disfunzione erettile spesso definitiva. Le soluzioni per l’erezione. In questi casi la soluzione risolutiva arriva dalle protesi peniene tricomponenti di ultima generazione AMS 700 che determinano un’erezione simile a quella fisiologica. L’impianto della protesi si effettua con l’inserimento all’interno dei cilindri naturali del pene, i corpi cavernosi, di due cilindri espansibili collegati ad una pompa di controllo, posta sotto la pelle dello scroto tra i due testicoli e ad un serbatoio contenente del liquido. L’uomo può ottenere un’erezione con la stessa sensibilità e capacità di orgasmo presenti prima dell’intervento premendo semplicemente sull’area in cui è posizionata la pompa. In questo modo il liquido si trasferisce dal serbatoio ai cilindri e il pene si indurisce. Dopo il rapporto azionando di nuovo la pompa il pene torna al normale stato di flaccidità. Queste innovative protesi risolvono anche la riduzione delle dimensioni del pene che si accorcia a 15 giorni dall’intervento di 1 cm e mezzo fino superare i 2 cm dopo un anno. Rispetto a quelle del passato in grado solo di ingrossare il pene, le protesi tricomponenti consentono una perfetta erezione con un ingrossamento e allungamento del pene che permettono all’uomo di riprendere una vita sessuale attiva e soddisfacente”. Sebbene la protesi possa risolvere definitivamente l’impotenza post prostatectomia molti uomini non ne conoscono l’esistenza. Troppo spesso infatti i medici non ne parlano ai pazienti, privandoli di una soluzione riconosciuta valida a livello mondiale. Stessa mancanza di informazione anche per i 400.000 italiani affetti da grave impotenza non legata a interventi alla prostata e che non risponde ai farmaci .Gli interventi di chirurgia protesica lo scorso anno sono stati 1.200: solo lo 0.4% degli italiani con gravi problemi erettili ha ricevuto un trattamento risolutivo, nonostante molti studi scientifici dimostrano l’efficacia delle protesi con un elevato grado di soddisfazione per il paziente e per la partner.
Le soluzioni per l’incontinenza maschile .

“L’incontinenza urinaria da sforzo conseguente all’asportazione della prostata riguarda circa il 20% dei pazienti operati” , dice il professor Leonardi “si può ora risolvere definitivamente con Advance una nuova metodica chirurgica mini-invasiva. L’innovativa tecnica si avvale di una retina di polipropilene (particolare materiale biocompatibile) che riposiziona l’uretra ,dislocata dall’intervento sulla prostata , nella sua sede anatomica naturale ristabilendo la normale continenza. L’intervento si effettua in anestesia loco-regionale e con pochi giorni di ricovero. Per i casi più gravi si ricorre allo sfintere artificiale AMS 800 indicato quando per danni o lesioni allo sfintere urinario, l’uretra non si chiude più e causa continue perdite di urina . Il dispositivo ripristina la normale funzionalità dello sfintere e la continenza.Questa tecnica già impiegata con successo su circa 50 mila pazienti in Europa e negli States è disponibile oltre alla Musumeci in altri centri ospedalieri italiani a totale carico del SSN e cioe' gratis per il paziente. Per i casi più gravi si ricorre allo sfintere artificiale AMS 800 indicato quando per danni o lesioni allo sfintere urinario, l’uretra non si chiude più e causa continue perdite di urina .Il dispositivo ripristina la normale funzionalità dello sfintere e la continenza. L’impianto delle protesi peniene e dello sfintere artificiale richiedono elevata esperienza e abilità e vengono praticati solo in centri altamente specializzati. Nonostante la loro efficacia, i DRG, che variano da regione in regione, prevedono rimborsi economici per gli ospedali insufficienti a coprirne i costi. In Italia, infatti nonostante i numerosi appelli da parte delle società medico scientifiche del settore uro- andrologico queste valide soluzioni terapeutiche non vengono riconosciute dal Sistema Sanitario Nazionale come presidi indispensabili da adottare dopo l’asportazione della prostata per tumore”.

Per favorire la diffusione delle tecniche chirurgiche per l’impianto delle protesi peniene e per il ripristino della continenza urinaria il Professor Leonardi organizza il giorno 12 aprile 2012 un corso di aggiornamento presso la Sala Convegni Cento Servizi Raimondi, Via Malta 16/18 San Cataldo Caltanisetta. “Obbiettivo del corso, patrocinato dall’Associazione Mediterranean Andrology Board” precisa il professor Leonardi che ne è il presidente , “è l’apprendimento delle metodiche da parte degli urologi e la loro diffusione presso altri ospedali della Penisola e della Sicilia e una giusta informazione per risolvere l’impotenza e l’incontinenza urinaria che se non trattate compromettono pesantemente la qualità di vita dei pazienti”.


(notizia segnalata da Antonella Vignati Ferrari)


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