L'isola dei cassaintegrati termina tra l'indifferenza generale
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Porto Torress (Ss), 22 Settembre 2011 - Mentre termina il reality show “vero” dell’isola dei cassaintegrati, la regione Sardegna approva la legge per realizzare venti nuovi campi da golf. Questo è l’esempio chiaro e lampante di come la politica sia lontana dai veri problemi che affliggono i cittadini.[MORE]
Questa storia di protesta ha inizio il 24 Febbraio 2010, quando alcuni ex-operai della Vinyls, da tempo in cassa integrazione, decidono di occupare il carcere dell’Asinara e dar vita ad un reality di protesta. In loro soccorso giungono Michele Azzu e Marco Nurra, rispettivamente residenti a Londra e Madrid, che il giorno seguente decidono di aprire la pagina facebook de “L’isola dei cassaintegrati”.
Il web, come si sa, fa sempre storia a se. La pagina facebook è un successo. In pochissimo tempo gli iscritti toccano quota cinque mila. L’obiettivo successivo diventa quello di raggiungere i media nazionali. Attraverso il mail bombing, le redazioni di giornali e telegiornali vengono tempestate dalla notizia dell’esistenza di questa protesta. Le mail inviate sono due mila e, nel frattempo, la pagina facebook raggiunge i quaranta mila iscritti.
In breve tempo il riverbero raggiunge i maggiori quotidiani e programmi nazionali che iniziano a parlare e a dare la possibilità a questi due giovani, insieme ai protagonisti del reality, di raccontare la loro storia. Per i due ragazzi non è ancora abbastanza, fortunatamente. Riescono nel portare la notizia fuori dall’Italia. Ormai è diventato un successo internazionale sia come storia sia come nuovo modo di utilizzare e interpretare il web per fare informazione.
L’esperienza dei ragazzi passa attraverso premi e riconoscimenti. Il 24 Agosto viene pubblicato il libro “Asinara Revolution” che racconta la storia di questi due ragazzi e di come è nato il reality “l’isola dei cassaintegrati”.
Oggi il reality live dall’Asinara è giunto al termine. I problemi riguardanti gli ex-operai della Vinyls sono rimasti intatti. Racconta Michele Azzu, in un’intervista rilasciata a L’Inkiesta come <<nel corso dei mesi, due colossi del settore chimico (uno svizzero e uno arabo) hanno presentato delle offerte per rilevare l’azienda, salvo poi ritirarsi. – e prosegue- I due gruppi sono spariti e non sappiamo il perché. Tre mesi fa, a Roma, si sono riuniti il ministero dello Sviluppo, gli Enti locali sardi e l’Eni per firmare un accordo sugli stabilimenti della Vinyls – spiega Michele Azzu -, che prevede di trasformare la produzione da Pvc a materiale fotovoltaico. Tutto bello, ma il problema è che l’accordo non indica date precise e soprattutto non si sa quali costi comporterà. Ciò che noi temiamo è che gli impianti restino chiusi per sempre e che non si farà nessuna riconversione. E gli operai, che fine faranno?».
Le parole di Michele Azzu ci hanno riportato immediatamente con i piedi per terra. E’ risaputo infatti che il successo mediatico è passeggero. Un giorno sei sulla bocca di tutti e quello dopo sei già un lontano ricordo. La politica si è disinteressata e non ha saputo trovare soluzioni concrete. Fortunatamente la protesta dei ragazzi non sembra perdere vigore. L’unica via d’uscita, in questo paese, è unire le forze e far diventare i singoli problemi un unico solo grande problema.
Quello che fa più male non è l’indifferenza della politica. Siamo abituati a questo. Quello che manca è l’indignazione della gente. Senza quella le proteste e la verità avranno sempre vita breve.
Leandro Solimene