L'immagine attuale dell'entrata di Gesù in Gerusalemme
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L’entrata di Gesù in Gerusalemme è un segnale senza precedenti che ancora oggi si presenta di grande attualità per i nuovi condottieri di diritti falsati; di mercati drogati; di guerre insanguinate e contesti terroristici e senza dignità umana.
Il Figlio dell’Uomo è tutt’altro condottiero! Non mostra i suoi muscoli o il suo potere terreno; non guida eserciti; non sceglie infatti un cavallo o un mulo per il suo ingresso nella città santa, ma l’animale più semplice, un giovane puledro, simbolo non certo di incursioni belliche, ma del servizio quotidiano all’uomo. Ecco cosa mostra alla folla Gesù! La sua vita al servizio del bene per ogni uomo che vorrà tendere la mano e il cuore alle leggi del Signore. Lui è venuto non per governare il mondo, ma per donarsi ad esso. Una rivoluzione etica e sociale che se adottata, anche in minima parte, potrebbe già ridisegnare il volto del pianeta. [MORE]
La gente acclama; adorna il passaggio del Messia su un puledro con mantelli e rami presi dagli alberi vicini; plaude secondo quanto profetizzato nel Salmo (8.2) in cui si parla delle lodi che usciranno dalla bocca dei fanciulli. Così infatti in Matteo 21: “Osanna al Figliuolo di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nei luoghi altissimi”. Lo stesso cristiano deve mostrare ciò che veramente lui è, facendo del dono all’altro un simbolo di stabile cristianità. L’entrata di Cristo a Gerusalemme non è un fatto che debba interessare solo gli addetti ai lavori, studiosi laici o religiosi della vita del Risorto, ma in quanto evento storico ispirato dovrebbe interrogare il cuore di ognuno. Una necessità spirituale e terrena specie per chi pensa che vivere nei parametri costruiti da sé stessi, limiti l’uomo nella sua conoscenza e nella ricerca della verità.
Non si tratta perciò di aderire ad una delle tante filosofie, piuttosto che ad una nuova teoria esistenziale, ma di essere parte attiva del mistero profondo della missione, della croce e della resurrezione del Figlio di Dio. Eventi storici profetizzati dalle Sacre Scritture, cento e mille anni prima della sua venuta al mondo, compiuti durante il tempo della sua predicazione e dei miracoli che il Padre Gli ha concesso di fare, perché si credesse. Il problema oggi si sposta su altri piani. È più comodo pensare all’entrata in Gerusalemme, come a tutti gli altri momenti che hanno accompagnato la vita di Gesù, quali fatti eccezionali da attribuire ad un uomo superiore. Un tentativo comunque già fallito, anche se quattro miliardi di persone non vivranno la prossima Pasqua secondo la fede maturata nell’osservare la Legge del Signore.
Senza la presenza di Dio nella vita degli uomini ogni sforzo, anche il più grande, mostrerà i suoi limiti. Eppure tante storture etiche passano con il silenzio di credenti e cristiani semplici o impegnati in ruoli dirigenziali di alto rango. Leggo in uno scritto teologico: “Oggi Satana spinge verso un cristianesimo mediocre, fatto di sola intenzionalità. Basta dirsi di Cristo e questo basta. In questa tentazione molti sono già caduti, moltissimi cadranno”. Dove è quel servizio che Cristo, nel giorno delle Palme a Gerusalemme, offre al mondo, indicandolo a chi vuole seguirlo come essenzialità della propria vita? Messaggio che sarà ripetuto il giovedì santo durante la sacra cena con la lavanda dei piedi ai discepoli. Il cristiano, pena la sua credibilità, deve mostrarsi tale in famiglia; nel lavoro; tra gli amici e gli sconosciuti; quando legifera o utilizza il potere economico.
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