L'errore grave di avallare un cristianesimo sbiadito
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Chi non crede e non è attento alla Parola che viene da Cristo, spesso viene allontanato dall’idea della conversione proprio da chi, professandosi cristiano, non fa nulla per attrarre il cuore e la mente di coloro che cercano da tempo la verità. L’essere cristiani non può essere solo l’esternazione di una dichiarazione pubblica di appartenenza, come succede con gli iscritti ad un club, ma un’assunzione quotidiana di responsabilità che si esplica attraverso uno stile di vita attraente per l’altro. Nella formazione quotidiana di un credente non può mai mancare la certezza che Dio sempre doni, esigendo in cambio la fedeltà personale di chi chiede. San Paolo parla così ai Filippesi: [MORE]
“È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore. Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita…”. In molti invece non si preoccupano di questo invito, tra l’altro molto attuale, anche perché si è convinti che si possa sollecitare a Dio ogni cosa, senza per questo donare qualcosa di sé. Una menzogna e una falsità che mai un nuovo discepolo del Signore dovrebbe mai pronunciare. Nette le parole di Mons. Di Bruno: “Dio ti dona tutto chiedendoti tutto. Ciò che Dio ti dona è un Vangelo da osservare, la sua volontà sulla quale camminare, il suo amore da versare in ogni cuore, i suoi beni da condividere con i fratelli. Gesù ti dona la sua croce perché tu la faccia tua e con essa si redima il mondo”.
Seguendo questa verità si diventa di riflesso uomini nuovi e non si rischia di essere parte attiva di un cristianesimo smunto e fuori gioco. Chi ottiene il perdono da Dio non può a sua volta non perdonare; se poi avrà il suo amore non potrà evitare di amare il prossimo, offrendo la propria vita terrena per il cielo ricevuto. Una rigenerazione a cascata! Chi viene investito del bene, se vive la Parola, sarà polo attrattivo e dispensatore per quelle persone che hanno bisogno di rientrare nella grandezza di una esistenza più chiara e piena di quel vero significato, mai prima intercettato. È pericoloso pensare che si possa ottenere da Dio tutto ciò che si vuole, senza dare nulla di sé in cambio. Gli effetti saranno rovinosi. D’altronde, già oggi, tante volte si ragiona in questi termini. Si parte da se stessi e non da Dio, rischiando di spazzare via la possibilità per l’uomo di “godere” il senso alto della vita umana. Gli stessi successi individuali o di gruppo rischiano così di essere fine a se stessi, ridisegnando tra l’altro una società falsata, dove sia possibile avere tutto, senza fare alcun sacrificio.
Nulla si da a Dio e nulla per molti si deve dare all’uomo, esponendo le nuove generazioni a fasi comportamenti e a traumi storici senza precedenti. Cresce in sequela l’apatia e ogni sorta di atteggiamento passivo che offendano la natura umana. Lo stesso Gesù, se leggiamo Marco, guarisce il cieco di Gerico, ma ha in cambio la fede del miracolato. Dono per dono. Un’armonia celeste e terrena che vale per ogni settore della vita pubblica e privata. Il vangelo parla infatti al cuore di oggi e lo farà a quello di domani; non è un romanzo che muore con l’ultima sua pagina di dolore o di gioia. Necessitano perciò una cristianesimo e una religione meno malati nell’animo umano, liberati dalla cecità morale in cui si trovano più volte a cadere. Spesso si dimentica che il Figlio dell’Uomo è venuto ad ascoltare le nostre preghiere in cambio di una nostra completa trasformazione. La sua missione è quella di eliminare il peccato di ognuno e trasformare i cuori egoisti in caritatevoli. Fuori da queste verità si continuerà solo a bleffare, alimentando un cristianesimo stanco e sbiadito.
Egidio Chiarella
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