Italicum, arriva il sì della Commissione. Boschi: "No a voto segreto opposizioni"
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Italicum, arriva il sì della Commissione. Boschi: "No a voto segreto opposizioni"

mercoledì 22 aprile, 2015

ROMA, 22 APRILE 2015 - E’ arrivato nella giornata di oggi il sì della Commissione Affari Costituzionali sulla legge elettorale, che approderà dunque in aula alla Camera nella giornata di lunedì 27. Queste le parole del Ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi: «Mi auguro che i partiti decidano tutti insieme e che si possa giocare una battaglia a viso aperto».[MORE]

Il riferimento del Ministro è legato alla possibile richiesta del voto segreto da parte delle opposizioni, sempre più sul piede di guerra dopo la sostituzione della commissione (nove dei dieci membri), nella quale erano presenti esponenti della minoranza Pd, particolarmente critici sull’impianto base della legge. L’auspicio è dunque quello di una intesa comune tra maggioranza e opposizioni e di una rapida approvazione di una legge continuamente ritoccata da più di un anno e che rischia di compromettere le sorti ed il futuro del Governo Renzi.

In Commissione, erano tuttavia presenti solo gli esponenti della maggioranza, che hanno approvato all’unanimità, dopo il caos della giornata di ieri che aveva visto Forza Italia, Lega, M5S e Sel abbandonare i lavori e lasciare al Pd la responsabilità politica di votare la legge in solitudine. Intanto le tensioni all’interno del principale partito di maggioranza restano alte e difficili da sbrigliare, nonostante il Presidente Renzi resti convinto della necessità di «andare avanti su tutto».

L’attacco di Berlusconi. Secco l’affondo del leader Fi, Silvio Berlusconi, il quale ha voluto denunciare tutti i fallimenti del Governo (dalla politica estera all’ultima tragedia sul tema immigrazione), legge elettorale compresa. L’ex premier ha accusato il Presidente del Consiglio di «malattia bulimica del potere» e di quanto sia inaccettabile detenere il potere con il 30% del consenso elettorale. Una legge che di fatto, secondo l’ex Cav, polverizzerebbe le opposizioni con lo sbarramento al 3%. L’accusa è quella di scrivere delle regole costituzionali che decreterebbero una partita a senso unico e vedrebbero ridotte le funzioni del Parlamento, con uno sbilanciamento sostanziale del potere esecutivo e legislativo. E prosegue: «Non possiamo votare una legge elettorale cambiata 17 volte».

L’Aventino, tuttavia, pare non aver avuto (come spesso accade) i suoi benefici e ha di fatto favorito l’approvazione della legge ad opera della maggioranza. E’ di questa idea Francesco Paolo Sisto, presidente della Commissione (nonché uno dei relatori della riforma), ritenendo non condivisibile la scelta di abbandono della stessa. Posizione che evidenzia l’incertezza di una politica unitaria nel partito di Berlusconi, dato che il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, aveva lasciato intendere posizioni del tutto opposte a quelle di Sisto. Intanto l’ex Cav, il cui obiettivo resta quello di riunire tutti i moderati del paese (obiettivo ormai ventennale) ha riunito tutti i deputati del partito in vista della ricerca di una posizione comune sulle strategie da intraprendere alla Camera.

Il rischio, paventato negli scorsi giorni e che resta concreto, è che il Governo debba ricorrere al voto di fiducia, fattispecie eccezionale verificatasi nella storia della Repubblica solo con De Gasperi nel 1953. Nonostante l’esecutivo al momento (almeno diplomaticamente) scongiuri tale ipotesi, la possibilità permane, anche alla luce del fatto che Forza Italia avrebbe già richiesto il voto segreto, secondo quanto sostenuto dallo stesso ministro Boschi.

Il Presidente della Camera, Laura Boldrini, in un intervista a Dimartedì con Giovanni Floris su La7, ha espresso preoccupazione per la vicenda elettorale e ha auspicato che tutto possa rientrare nella logica di un confronto sereno e che superi le divisioni. Perciò la fiducia rischierebbe di inasprire i toni del confronto politico ma obiettivamente permetterebbe all’Esecutivo di evitare possibili convergenze tra la minoranza Pd e il resto delle opposizioni. La battaglia, dunque, resta aperta, nonostante il Premier, con un post di ieri su Facebook abbia ammonito tutti sulla necessità di prendere delle decisioni, chiudendo il tempo di discussioni che sul tema Italicum si protraggono dal defunto Patto del Nazareno.

foto da: tvzap.kataweb.it

Cosimo Cataleta


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