Italcementi, operai sopra il campanile del Duomo di Sassari
Cronaca Sardegna

Italcementi, operai sopra il campanile del Duomo di Sassari

giovedì 20 settembre, 2012

SASSARI, 20 SETTEMBRE 2012 - Una nuova protesta è iniziata ieri mattina a Sassari, due operai dell’Italcementi hanno infatti occupato la terrazza sottostante il campanile del Duomo. I due uomini hanno trascorso la notte sul campanile, mentre altri diciassette operai della fabbrica si sono accampati con tende e sacchi a pelo nella zona antistante la chiesa. Sul lato del Duomo e del piazzale gli operai hanno affisso due striscioni che recitano: “19 operai Italcementi attualmente cassintegrati a novembre saranno licenziati” e “Non vogliamo assistenza, vogliamo lavorare”.

La protesta, pacifica, è sostenuta da Simone Testoni, rappresentante dell’Ugl Sassari, che ha manifestato grande preoccupazione per la sorte degli operai. Testoni ha chiesto l’appoggio degli altri sindacati e ha dichiarato che la protesta andrà avanti, soprattutto dopo la risposta data ieri dalla Italcementi, che sembra non avere alcuna intenzione di riaprire lo stabilimento. Eppure, ha detto Testoni, “ci risulta che l’azienda abbia presentato ufficialmente un nuovo prodotto. Vuol dire che nonostante la crisi economica si può ancora lavorare?”. Questa mattina è previsto a Cagliari, un incontro tra i vertici dell’azienda e l’assessore regionale all’Industria Alessandra Zedda, a cui i sindacanti non sono stati invitati. Il presidente della Provincia, Alessandra Giudici, non ha preso una posizione ufficiale, ma ieri l’assessore al Lavoro, Rosario Musmeci, ha incontrato gli operai e li ha tranquillizzati in merito all’impegno della Provincia.[MORE]

In tutto sono diciannove gli operai in cassa integrazione della fabbrica Italcementi che si trova a Scala di giocca, frazione del comune di Muros, alle porte di Sassari. Nel settembre del 2008 l’Italcementi aveva garantito alla Regione un investimento di 65 milioni di euro per potenziare le attività già presenti nell’isola, il ripristino dei siti compromessi e il reinserimento dei lavoratori. La fabbrica ha però chiuso i battenti nel maggio 2010, senza dare nessuna garanzia ai lavoratori che, in cassa integrazione ormai da due anni, il 14 novembre perderanno definitivamente il lavoro.

(foto da www.sassarinotizie.com)

Laura Lussu
 


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