Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
GERUSALEMME, 31 DICEMBRE 2013 - Il governo israeliano ha rilasciato ben 26 prigionieri palestinesi, detenuti da più di 2-3 decadi, come parte di un impegno teso a stabilizzare le trattative di pace. Si tratta di una terza tranche di scarcerazione – su un totale di quattro -, parte di un programma che vede coinvolto l'intermediario John Kerry, segretario di stato americano. Un duro colpo per tutti i nazionalisti israeliani, che hanno rumoreggiato sotto le finestre di Netanyahu. Coloro i quali sono definiti “sanguinari terroristi” in Israele, saranno invece accolti come “prigionieri politici” a casa.
[MORE]
La scarcerazione è avvenuta nel mentre si prepara una bozza di legge che prevederebbe l'estensione della legge ad una ventina di villaggi agricoli sul Giordano, dove risiedono circa 15mila coloni. Scettici i palestinesi, che la intendono “una perdita di tempo”, e che bisognerebbe riconoscere la Palestina come territorio sotto occupazione in una sessantina di istituzioni internazionali. La questione del Giordano resta un punto spinoso per le trattative, con i palestinesi che lo intendono come necessario confine orientale del futuro stato indipendente, e Israele che pensa a un pattugliamento dell'esercito e la costruzione di una barriera per un periodo di transizione.
Il 2014, frattanto, vedrà Kerry impegnato a fare da spola tra le due parti, per rilanciare le trattative di pace. L'ultima tranche di detenuti sarà probabilmente scarcerata verso la metà di aprile.
Foto: hurriyetdailynews.com
Dino Buonaiuto