Ischia: bambina bocciata in prima elementare
Cronaca Lazio

Ischia: bambina bocciata in prima elementare

mercoledì 13 luglio, 2011

ROMA, 13 LUGLIO – La scuola italiana e i suoi misteri. I programmi di studio universitari si impoveriscono e riducono, si tendono ad accumulare crediti come fossero monetine anziché accumulare conoscenza, al liceo non si boccia più ricorrendo all’ipocrisia dei numerosi debiti a settembre, le medie sono ormai il livello scolastico più inutile e spesso controproducente. Ma attenzione: si boccia in prima elementare! [MORE]
È quanto accaduto ad una bambina di 6 anni di Lacco Ameno, nei pressi di Ischia. A causa di alcune insufficienze in diverse materie, le maestre hanno deciso che la bambina non potesse essere abbastanza matura per frequentare l’anno successivo insieme ai suoi compagni. I genitori della piccola Assunta hanno denunciato il caso sostenendo che “la bambina ha dei problemi e deve essere aiutata”. La madre spiega ancora: “la scuola doveva assegnarci un’insegnante di sostegno. Sono andata spesso a protestare col dirigente perché ho visto che la bambina era stata abbandonata in fondo alla classe e ho sempre detto alle maestre che proprio perché la bambina aveva dei problemi dovevano metterla in prima fila, accanto a loro, non all'ultimo banco. Al dirigente scolastico ho anche raccontato dei disguidi personali con una delle maestre ma ciò è accaduto perché ho sempre ritenuto che mi stessero maltrattando la bambina”. Certo è che la visita psicologica dell’ASL non ha riscontrato alcun problema, né pare che la bambina soffra di alcuna patologia fisica o psichica.
Troppa apprensione dei genitori? Oppure eccessiva negligenza nell’educarla e seguirla? Può darsi, ma a questo punto bisogna chiedersi a che servano le insegnanti. Forse ad essere bocciate dovrebbero essere proprio le maestre in questione. Se una bambina di sei anni non riesce ad essere abbastanza matura per poter frequentare la classe successiva, la responsabilità è dei genitori o degli insegnanti. Se anche la responsabilità dovesse essere della famiglia, la scuola, specialmente quella primaria, ha il compito di educare forse più che di insegnare. Assunta da questa esperienza non trarrà altro che odio per la scuola e di conseguenza per lo studio e la cultura. Facendo i complimenti alle acute insegnanti, speriamo ora che almeno il TAR, al quale i genitori hanno fatto ricorso, conceda la giusta promozione.
Filomena Maria Fittipaldi


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