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CATANZARO, 13 MAR - Le Campagne di sensibilizzazione istituzionali e quelle partite dal basso per contrastare il virus
«Restare a casa è l’unico modo per fermare l’epidemia di coronavirus. Per questo motivo la collaborazione di tutti è decisiva in questo momento».
Questo messaggio solo qualche settimana fa sarebbe sembrato eccessivo, ora non più. A lanciarlo è la Presidenza del consiglio dei ministri con una Campagna social promossa insieme al Ministero della Salute e a Facebook e che ha coinvolto (per raggiungere la fascia di età dei più giovani e connessa a internet) molti artisti, influencer, cantanti, personaggi della cultura, dello spettacolo e dello sport; volti noti e affidabili che, con un breve video, hanno deciso di sensibilizzare gli utenti della rete sull’importanza di osservare i comportamenti da tenersi e contenuti nel decreto del 9 marzo.
Insieme a questa strategia di sensibilizzazione virtuale, anche quella «porta a porta», scelta per chi non ha accesso alla rete web: #IORESTOACASA: dillo ai tuoi vicini!. Anche se, per utilizzarne gli strumenti messi a disposizione, è necessario comunque avere una rete internet e una stampante per scaricare un cartellino disponibile online: stamparlo, piegarlo, incollarlo, tagliarlo e poi appenderlo alla propria porta di casa.
Già, perché questo è il tempo della responsabilità chiesta a tutti, ma anche della solidarietà: molti volontari della Croce rossa italiana, in collaborazione con Federfarma, stanno intensificato il servizio di consegna di farmaci a domicilio per i più vulnerabili e portano la spesa, viveri di prima necessità, alle persone più anziane gestendo così molte difficoltà di chi ne ha bisogno e, purtroppo, di chi un tetto sulla propria testa non lo ha: over 65, persone non autosufficienti, i senza tetto, e soprattutto i soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (temperatura superiore a 37,5°), persone sottoposte alla misura della quarantena o risultati positivi al virus.
Il servizio è attivo su tutto il territorio nazionale con i numeri: 800 06 55 10 (attivo h24, sette giorni su sette) e all’ 800 06 55 10.
«Andrà tutto bene» è invece l’altra iniziativa di questi giorni, nata dal basso e dal mondo della scuola.
Un’iniziativa di incoraggiamento, di aiuto psicologico, un’iniezione di positività in questo periodo particolarmente difficile.
Slogan che, curiosamente, è identico al titolo dell’ultimo singolo della cantautrice Levante (uscito a gennaio) e che oggi potrebbe essere una colonna sonora di quanto ci sta accadendo.
La cantante, infatti, delinea nel testo un futuro senza memoria e elenca un presente spaventoso, invitando ad aggrapparsi alla promessa che «andrà tutto bene» e ricordando che la vita non è un notiziario ma una presa di coscienza esortando tutti a essere adulti, umili e responsabili davanti alle catastrofi ambientali e alle politiche disumane e all’indifferenza.
Una sorta di premonizione canora al virus che ci ha colpiti come un fulmine, arrivato a ciel sereno, insegnandoci una lezione importante: il mondo che viviamo è lo stesso per tutti.
Guardavamo con sospetto l’impegno dei cinesi messo in atto per contrastare il virus mesi fa, le loro, ci sembravano precauzioni eccessive. Oggi, invece, ci sentiamo più vicini a loro e capiamo la loro azione così tempestiva. Oggi, la sfida che ci ha chiamati in causa ha fatto però riemergere anche lati umani positivi, come quel sentire chiamato empatia (rimasto per troppo tempo nell’oblio) e che oggi ci ammonisce: le tragedie africane sono le nostre tragedie; i profughi siriani al confine con la Grecia e rifiutati dal mondo, siamo tutti noi.
Talvolta prevalgono ancora l'egoismo e talvolta la cecità, quella che non ci permette di vedere la realtà dei fatti, certamente questa calamità ha imposto a tutti noi un vero e proprio esperimento sociale, e di portata epocale.
Arcobaleni colorati, fiori, cuori, ritratti di famiglie realizzati dai bambini stanno diffondendo un messaggio di speranza e un monito d'urgenza, quello di essere, ognuno di noi, attori responsabili.
Il bilancio dei contagiati, dei malati e dei decessi, non è affatto incoraggiante.
Gli effetti del «coprifuoco» contro un nemico invisibile lo si potrà valutare, affermano gli esperti, solo tra qualche settimana.
Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del coronavirus fatta ieri, sul territorio nazionale, i casi rilevati sono 15.113; al momento sono 12.839 le persone che risultano positive al virus. Le persone guarite 1.258. I pazienti ricoverati con sintomi 6.650, in terapia intensiva 1.153, mentre 5.036 si trovano in isolamento domiciliare.
I deceduti sono 1.016, un numero, però, che potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore della Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso. Il dettaglio regionale è disponibile a questo link.
Ieri, intanto, sono insorti i lavoratori dipendenti di fabbriche e stabilimenti che, giustamente, lamentano le scarse o inesistenti dotazioni di misure protettive. Anche i lavoratori (non dipendenti) con partite Iva, e tra loro anche tanti colleghi giornalisti in prima linea (free lance), hanno manifestato per le ovvie preoccupazioni realtive al loro presente lavorativo e quello futuro.
Un abbraccio solidale oggi lo rivolgiamo alla redazione de la Stampa e al collega che ha dato notizia della sua positività al virus. Altrettanta va ai colleghi di Sky e de Le Iene.
Ieri è arrivata anche un'altra attesa notizia.
Sono atterrati all’aeroporto di Fiumicino i primi aiuti dalla Cina, respiratori, mascherine, guanti monouso, portati dall’equipe medica specializzata e che per prima ha contrastato l’avanzare del virus, qui per aiutare i medici italiani.
Il presidente Conte, in giornata poi, proporrà un nuovo decreto, si dice, utile a rassicurare chi deve rimanere a casa dal lavoro, equiparando la quarantena alla malattia.
Questo, mentre l’Europa (unita?) sembra lasciarci (economicamente) da soli, senza particolari aiuti, e mentre i paesi membro si arrampicano con misure di contenimento restrittive e permissive del virus, certamente non pienamente consapevoli dell’impatto di questo, malgrado l’esempio italiano oggi a disposizione.
Negli ospedali, il personale medico e paramedico sta conducendo una guerra faticosa, rischiosa. A loro giunge il ringraziamento di tutti gli italiani per la battaglia fatta in una trincea con poche munizioni, talvolta senza, come in tanti ospedali del Sud.
Ora in tante case italiane la situazione sarà sempre più difficile, molte famiglie dovranno tutelare figli e mogli, parenti immunodepressi, accudire anziani spesso soli, bambine e ragazzi con difficoltà.
Fortunatamente c’è tanta solidarietà.
L’arcobaleno proposto dai bambini italiani con il loro disegni e messaggi di speranza è stato accompagnato dalla notizia di un nuovo farmaco utilizzato per curare l’artrite reumatoide, un rimedio che sembra dare effetti curativi importanti per evitare l'ultimo stadio della malattia, definito devastant e per i polmoni.
Il messaggio «andrà tutto bene» è un bel messaggio, non tutti, però, hanno la possibilità di raccoglierlo, di farlo proprio e di diffonderlo.
Quando lo lanciamo spensieratamente, riflettiamo anche sul fatto che c'è chi non lo può raccogliere; chi vorrebbe restare a casa ma una casa non l'ha; chi vorrebbe restare a casa ma deve lavorare per fornirci il cibo necessario; e ancora chi vorrebbe restare a casa, ma deve andare in ospedale per salvare tante vite.
Queste attenzioni devono essere le priorità dei nostri pensieri. Ancora si afronta la situazione con superficialità, talvolta in modo narcisistico o pressapochismo.
Il nostro è un Paese è solidale. La nostra sanità pubblica, malgrado i colpevoli tagli fatti dalla politica in questi ultimi anni, risponde con caparbietà e professionalità; anche l'istruzione, la nostra scuola pubblica, scientificamente falcidiata alle fondamenta da tempo, sta dando il massimo e lo fa grazie alle professoresse e ai professori, alle maestre e ai maestri e i dirigenti didattici, che stanno dimostrando di essere più che preparati a fronteggiare con grande professionalità anche questo evento inatteso (riforma.it)
Totale positivi e attuali per Regione
Lombardia: 8.725 (attuali: 6.896)
Emilia Romagna: 1.947 (attuali: 1.758)
Veneto: 1.384 (attuali: 1.297)
Marche: 592 (attuali: 570)
Piemonte: 580 (attuali: 554)
Toscana: 364 (attuali: 352)
Liguria: 274 (attuali: 243)
Lazio: 200 (attuali: 172)
Campania: 179 (attuali: 174)
Friuli Venezia Giulia : 167 (attuali: 148)
Sicilia: 115 (attuali: 111)
P.A. Trento: 107 (attuali: 102)
P.A. Bolzano: 104 (attuali: 103)
Puglia: 104 (attuali: 98)
Abruzzo: 84 (attuali: 78)
Umbria: 64 (attuali: 62)
Sardegna: 39 (attuali: 39)
Calabria: 33 (attuali: 32)
Valle d'Aosta: 27 (attuali: 26)
Molise: 16 (attuali: 16)
Basilicata: 8 (attuali: 8)