

Inter, Milan e Lega Serie A contro i capi ultrà. Tutti i dettagli
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
Inter, Milan e Lega Serie A contro i capi ultrà: ammesse come parti civili nel processo abbreviato
Milano - Si è aperto oggi presso l'aula bunker del carcere di San Vittore il processo con rito abbreviato a carico di 16 persone, tra cui gli ex capi ultrà delle curve di San Siro, arrestati nel maxi blitz dello scorso 30 settembre. Il giudice dell'udienza preliminare, Rossana Mongiardo, ha accolto le istanze di costituzione di parte civile presentate da Inter, Milan e Lega Serie A, riconoscendo il diritto a chiedere eventuali risarcimenti per i danni subiti.
Le accuse e il contesto giudiziario
L'indagine, coordinata dai pm Paolo Storari e Sara Ombra, ha portato alla luce un sistema criminale radicato nel tifo organizzato, con accuse che vanno dall'associazione per delinquere alle aggressioni e alle estorsioni. Tra gli imputati figurano nomi noti del panorama ultrà, come Marco Ferdico e Andrea Beretta per la curva Nord interista e Luca Lucci, leader storico della curva Sud del Milan. Per gli imputati legati al tifo nerazzurro, l'accusa si aggrava con la contestazione dell'associazione mafiosa.
La reazione delle istituzioni calcistiche
La decisione della gup Mongiardo rappresenta un passaggio chiave nella lotta alla criminalità all'interno delle tifoserie organizzate. Milan e Lega Serie A, già attive su questo fronte, hanno richiesto di essere parti civili anche nel processo immediato a carico di tre ultrà rossoneri, parte dei 19 arrestati a settembre. La decisione dei giudici su questa istanza è attesa nella prossima udienza.
Il segnale per il calcio italiano
La costituzione di parte civile di Inter, Milan e Lega Serie A segna un punto di svolta nel rapporto tra le società sportive e le frange più estreme del tifo. Per anni, il mondo del calcio ha subito le pressioni di gruppi ultrà che, dietro la passione per la squadra, nascondevano traffici illeciti e violenze. Con questa mossa, i club e la Lega inviano un segnale chiaro: la legalità e la sicurezza negli stadi sono una priorità irrinunciabile.
Il processo proseguirà nelle prossime settimane, con le discussioni delle parti e le decisioni dei giudici su un caso che potrebbe rappresentare un precedente significativo nella gestione del tifo organizzato in Italia.