Inquinamento da rifiuti elettronici: dagli Usa arrivano i dispositivi che si autodistruggono
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SALERNO, 26 MAGGIO 2015 - Secondo i dati forniti dall'Onu, nel 2014 ono stati prodotti circa 41,8 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, una forma di inquinamento molto pericolosa. Lo studio è stato pubblicato su Advanced Materials, ed evidenzia il problema dei rifiuti elettronici: solo una piccola parte delle 41,8 milioni di tonnellate prodotte nel 2014 (tra il 10 e il 40%) è stato riciclato e gestito in modo corretto. Per porre un freno a questa ondata di inquinamento, i ricercatori dell'Università dell'Illinois, hanno sviluppato dei dispositivi in grado di "autodistruggersi", anche a comando e a distanza, ad esempio utilizzando segnali radio e calore come input. I ricercatori sostengono che in questo modo i materiali potranno essere riciclati con più facilità.
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I ricercatori hanno realizzato circuiti elettronici in grado di dissolversi quando terminano il loro ciclo vitale, e per farlo utilizzano diversi tipi di stimoli che innescano l’autodistruzione: calore, luce ultravioletta o sollecitazioni meccaniche. Inoltre il team ha realizzato anche un dispositivo che si dissolve in acqua, con potenziali applicazioni in campo biomedico. Infine l'Onu mette in guardia sulle conseguenze di tale inquinamento ed evidenza che per il futuro non si prospetta nulla di positivo: infatti tali rifiuti potrebbero raggiungere le 50 milioni di tonnellate entro il 2018.
(foto:greenstyle.it)
Filomena I. Gaudioso