Innovazione, coraggio e cambia(-)menti: questi gl'ingredienti di Frausin, A.D. di Carlsberg Italia
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NAPOLI, 08 NOVEMBRE 2013 - «La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere 'superato'. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L' inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo».
Questo passaggio di Albert Einstein - tratto da “Il mondo come io lo vedo”(1931) – sintetizza bene il messaggio che l’ A.D. di Carlsberg Italia, Alberto Frausin, ha voluto trasmettere attraverso la sua coinvolgente Lectio Magistralis: “Innovare e cambiare le regole del gioco: la sfida e la leva di Carlsberg contro la crisi”, tenutasi ieri nella Sala degli Angeli dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ad aprire i lavori, la Prof.ssa Maddalena della Volpe, Delegato del Rettore ai rapporti con le imprese dell’Università Suor Orsola Benincasa, il Professore Gaetano Golinelli Emerito dell’Università “La Sapienza di Roma, Pina Amarelli Mengano, Cavaliere del Lavoro e Presidente Amarelli e direttore Comunicazione ed Ivo Ferrario, direttore Relazioni Esterne di Centromarca, l’Associazione Italiana dell’Industria di Marca presieduta da Luigi Bordoni a cui aderiscono 200 tra le principali imprese nei beni di largo consumo.
Frausin - classe 1957 – dopo aver conseguito una laurea in Economia e Commercio all’Università Luigi Bocconi di Milano, inizia il suo percorso lavorativo nelle aziende del largo consumo, ricoprendo posizioni di vario genere in società e multinazionali come: Kraft, Johnson Wax e Ferrero - passando per la Direzione Generale di Manetti & Roberts e Zambon e la carica di CEO Galbani, Gruppo Lactalis – fino alla nomina, nell’ottobre 2007, d’Amministratore Delegato di Carlsberg Italia.
«La parola cambiamento è una parola che a me piace molto. È una parola che mi ha sempre affascinato», esordisce Frausin - dopo essersi brevemente presentato – aggiungendo: «Ho sempre lavorato in imprese molto innovative, da cui ho imparato molto. Così, questo connubio ‘innovazione-cambiamento’, è qualcosa che sento. Mi piace. Fa parte di me». Poi, ricollegandosi al titolo scelto per la sua Lectio, l’A.D. di Carlsberg Italia ha puntualizzato: «Parlare di cambiamento di fronte a voi (riferendosi ad una platea in buona parte composta da studenti della Suor Orsola Benincasa), mi è sembrato un po’ scontato. Questo, soprattutto pensando che viviamo in una società in cui tutti parlano di cambiamento in attesa – però - che qualcun altro lo faccia. Infatti, nonostante il sistema capitalistico sia in crisi da diverso tempo, di cambiamento se ne è visto molto poco. Invece abbiamo delle sfide nelle aziende da affrontare e che richiedono coraggio. Il coraggio di affrontare una crisi, una doppia crisi nel caso di Carlsberg Italia».
Infatti, Frausin ammette che - quando venne nominato A.D. - il suo è stato quasi un ruolo da «liquidatore», visto che - oltre alla crisi interna della divisione di cui aveva assunto il comando – si è trovato a dover fare i conti con una crisi ben più grande – quella che alcuni hanno definito la madre di tutte le crisi – ovverosia quella deflagrata nel 2008.
In particolare, persone, prodotto e innovazione: sono questi i tre pilastri su cui Carlsberg Italia ha fatto leva per uscire dalla crisi. E così, attraverso il coraggio – parola ispiratrice della Carlsberg – sono stati effettuare dei cambiamenti, che hanno portato la Carlsberg Italia ad essere «attualmente il terzo produttore nazionale di birra e vanta un portafoglio di marchi apprezzati e conosciuti in tutto il mondo» e che si focalizzano soprattutto sulla sostenibilità e rispetto per l’ambiente.
In tale ottica – prosegue Frausin - si inserisce uno dei loro più importanti progetti: DraughtMaster Modular 20, «una rivoluzione sistema di spillatura della birra – puntualizza Frausin - che sta cambiando le regole del gioco». Lanciato nel 2011 da Carlsberg Italia in esclusiva mondiale, questo innovativo metodo di spillatura utilizza i fusti in PET, al posto dei tradizionali in acciaio, abbandonando l’uso delle bombole di CO2. Questo procedimento consente di assicurare al consumatore una birra di estrema qualità - dato che si riesce a preservare il livello naturale di anidride carbonica, rimanendo organoletticamente perfetta - e, contestualmente, ha permesso di ridurre in maniera significativa l’impatto ambientale. Infatti, attraverso DraughtMaster Modular 20, la birra contenuta nei fusti in PET, viene spillata comprimendo con aria il fusto (come mostra il seguente video tratto dal sito ufficiale della Carlsberg Italia ).
«Quest’anno, Noi è come se – idealmente – avessimo piantato in Italia circa 150.000 nuovi alberi. Pensate all’impatto che potrebbe avere il nostro paese – in termini di CO2 – se questo virtuoso venisse adottato più in larga scala». Infatti, come spiega Frausin, diversi sono i vantaggi che si sono ottenuti attraverso l’impiego del PET, rispetto all’acciaio, tra cui: una maggiore protezione del contenuto, una maggiore durata del fusto chiuso (9 mesi rispetto ai 6 mesi dell’acciaio), oltre che una più lunga vita utile una volta aperto (31 giorni contro i circa 4 dell’acciaio). A ciò si aggiunge anche il fatto che l’impiego di fusti in materiali plastico, determina una drastica riduzione del peso, dei trasporti su gomma, cosa che è «fondamentale per un paese che ha quasi tutto il trasporto su gomma. Quindi questa rappresenta un’innovazione importante per il Sistema Italia, anche alla luce del fatto che questi investimenti, cadono in sistema qui, visto che si è ricorsi a multinazionali che operano nel nostro Paese». Per Frausin: «Questa è un’altra delle nostre sfide, che rientra anche nel concetto di sostenibilità, che non è soltanto “verde”. Bisogna creare sistema e l’innovazione crea sistema».
Tuttavia, per fare tutto questo – ribadisce Frausin- occorre avere coraggio. E ciò ci riconduce alla frase conclusiva del passaggio di Einstein, che – alla luce di quanto affermato fino ad ora – dovrebbe essere inteso come un monito: «Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla». Così, più che di cambiamenti - termine molto caro a Frausin, sarebbe auspicabile si assistesse a dei "cambia-menti", ovverosia una rivoluzione nel modo di pensare nell'ambito nostro Paese, a partire dalle istituzioni. Tuttavia, per fare ciò ci vuole coraggio. Ed è proprio su quest'ultimo concetto che si è concluso l'ntervendo dell'A.D. di Carlsberg Italia, il quale ha chiosato, usando una significativa citazione Martin Luther King: «Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio si alzò e andò ad aprire e vide che non c'era nessuno».
Al margine della Lectio Magistralis, Pina Amarelli Mengano ha consegnato ad un commosso Alberto Frausin, il Calamaio d’Argento simbolo di Prestigio e Cultura, come importante riconoscimento svolto in Italia nella promozione dei “giovani talenti”.
Ed è proprio con un ultimo pensiero rivolto ai giovani potenziali talenti presenti in sala che, la Prof.ssa Maddalena della Volpe, ha concluso i lavori, citando Italo Calvino: «Ricordando – agli studenti - di cercare in questo inferno, ciò che inferno non è».
Rosy Merola [MORE]