Inflazione Milano, ad ottobre + 4,2 per cento
Economia Lombardia

Inflazione Milano, ad ottobre + 4,2 per cento

mercoledì 2 novembre, 2011

MILANO, 02 NOVEMBRE 2011- Per nulla incoraggianti i dati Istat riguardanti l'infalzione a Milano, che da gennaio scorso continua a crescere senza accenno ad arrestarsi. Infatti, secondo le suddette rilevazioni, ad ottobre l'inflazione è al 4,2 %, un' incremento dello 0,1% rispetto allo scorso settembre (+ 4,1%), ma con una evidente impennata rispetto al mese di agosto quando il tasso era pari al 3,1%. [MORE]

Il dato di ottobre è quello più alto registrato dal giugno 1996, quando l'inflazione toccò il 4,4%. Comunque sia, secondo gli analisti dell'Istat, alla città di Milano spetta il triste primato, a livello nazionale, di essere la città con il più elevato livello di inflazione. Infatti, la media nazionale si assesta intorno al 3,4%. In particolare, a Roma il tasso è al 3,6, a Bologna al 3,5 e a Torino al 2,6.

Questo ampliarsi della forbici tra Milano e le altri città italiane, ad eccezione della città di Bari con un tasso d'inflazione pari a quello milanese, come ha sostenuto Luigi Campiglio, ordinario di Politica economica e prorettore dell’Università Cattolica, "deve preoccupare perchè i rialzi sono cominciati a inizio 2011 e da allora sono sempre più marcati. Quest’anno le stime della Bce prevedevano un tasso al 2 per cento nell’area euro: il dato non solo è stato superato a livello nazionale, ma è stato più che doppiato in città".

Una delle cause dell'ulteriore incremento nell'aumento dei prezzi, l'aumento dell'Iva dal 20 al 21% che, come confermato dal presidente di Federconsumatori Lombardia, Gianmario Mocera, "Il passaggio dell’Iva dal 20 al 21 per cento è stato accompagnato da molti arrotondamenti da parte dei commercianti. La cosa preoccupante è che i rincari non riguardano solo il mercato “aperto” di alimentari o abbigliamento, in cui un cittadino può cercare prodotti più economici: molti aumenti riguardano i settori in cui il consumatore non può scegliere, ma deve pagare quanto richiesto. È il cosiddetto mercato “chiuso”. Ovvero, quello che comprende le bollette di gas ed elettricità (i cui costi, in un anno, sono lievitati dell’11,5 per cento), gli affitti (cresciuti del 2,3), la benzina e il gasolio, aumentati rispettivamente del 18,4 e del 22 per cento. Non è un caso che i clienti delle pompe bianche, dove si spende meno, siano sempre di più".

Nello specifico, gli aumenti hanno toccato in particolar modo: alberghi e ristoranti ( + 8,3 % rispetto al 2010); trasporti in cui il tasso è più alto del 7,6; gli alimentari (+4 per cento); l’abbigliamento e le calzature che segnano un incremento rispettivamente dell’1,8 e dello 0,6.

A tutto ciò occorre aggiungere che nel 2011 in Lombardia i consumi segnano una diminuzione dello 0,8 per cento che, come ben spiega il professor Campiglio, "In questo quadro si rischia la stagnazione, con un allargamento della forbice tra chi può permettersi prezzi così alti e chi no. L’amministrazione dovrebbe prendere provvedimenti: si rischia l’allarme rosso".

 

Rosy Merola

 


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