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ROMA, 13 NOVEMBRE 2012 - Di segno inverso i dati macroeconomici italiani: se per l’Istat, ad ottobre il tasso d'inflazione annuo ha registrato una brusca frenata (portandosi ai livelli del maggio 2011); per Bankitalia il debito pubblico ha toccato un altro record, portandosi a quasi 2.000 mld. Ma procediamo per ordine. Per quanto concerne il tasso d’inflazione, ad ottobre, si è portato al 2,6% dal 3,2%. Per l’Istituto di statistica, la suddetta frenata in parte è conseguenza del calo dei prezzi dei carburanti e del favorevole confronto rispetto al periodo dell'anno scorso, caratterizzato dall'effetto del rialzo dell'Iva. Lo rileva l'Istat, confermando le stime.
Nel carrello della spesa d’ ottobre, i prezzi dei prodotti comprati con maggiore frequenza (da cibo a carburanti) hanno subito un rincaro del 4%, un aumento superiore all'inflazione (2,6%), anche se in contrazione rispetto a quanto registrato a settembre (4,7%). In particolare, entrando nel merito delle singole voci, tra i prodoti alimentari: i vegetali freschi (+2,7%, +8,3% in termini tendenziali) e del cioccolato (+0,6%, +4,2% su base annua). Nel comparto energia si è registrato una flessione rispetto a settembre: oltre alla benzina e al diesel, scende anche il prezzo del gasolio per riscaldamento (-0,3%). Per quanto riguarda, il settore regolamentato, l’Istat ha registrato aumenti congiunturali dell'energia elettrica (+1,4%), il cui rialzo tendenziale si è portato al 15,9% (dal 14,4%), e del gas naturale (+1,1%), che evidenzia un aumento su base annua del 9,2% (a settembre era a +13,2%). Inoltre, in riferimento ai petrolieri, flettono sia i prezzi della benzina sia del gasolio per mezzi di trasporto: la verde scende del 2,4% su base mensile e il diesel dell'1,5%. [MORE]
Riprendendo la preoccupante situazione del debito pubblico, in base al Supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia, questo a settembre ha toccato un nuovo record negativo, portandosi a 1.995,1 miliardi di euro, 19,5 in più rispetto ad agosto. Secondo Banca d'Italia, nei primi nove mesi del 2012, le entrate tributarie sono state pari a 280 miliardi, un incremento del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2011. In particolare, nel solo mese di settembre, le suddette sono state pari a 22,6 miliardi.
In pratica, l’aumento del debito è da ricercare, oltre nel fabbisogno del mese (11,6 miliardi), anche nell'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro, detenute presso la Banca d'Italia e in impieghi della liquidità (8,6 miliardi). I dati della Banca d’Italia, sottolineano che, primi nove mesi dell'anno, la crescita del debito (88,4 miliardi) è collegato al fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (61,9 miliardi), all'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (21,7 miliardi) e l'emissione di titoli sotto la pari (5,2 miliardi).
In particolare, nei primi nove mesi del 2012, il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche è stato di 0,9 miliardi superiore rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2011 (61,0 miliardi), questo al netto delle erogazioni in favore della Grecia (5,0 miliardi nel 2011), la quota di competenza dell'Italia dei prestiti erogati dall'European Financial Stability Facility (EFSF - 2,2 miliardi nel 2011 e 17,1 nel 2012) e le misure relative alla Tesoreria unica.
(onte: Istat, Banca d'Italia, Ansa)
Rosy Merola