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ROMA, 26 GIUGNO 2014 – L’inimmaginabile è diventato reale, Matteo Renzi a sorpresa ieri pomeriggio si è presentato all’incontro, disertato invece dal leader genovese, con i grillini per trattare sulla legge elettorale, e ha così ottenuto di indirizzare il negoziato sul doppio turno con ballottaggio che è sempre stato u punto fondamentale per il Pd.
Al tavolo i grillini, il premier ha trovato Giuseppe Brescia, capogruppo della Camera, Maurizio Buccarella, capogruppo Senato, Danilo Toninelli, in qualità di vicepresidente della commisione Affari Costituzionali, e Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera. Il dibattito è durato circa un’ora ed è servito a tentare di trovare un punto di incontro tra le due proposte che dovrebbe essere rappresentato dalle preferenze.
Quanto alla proposta di legge avanzata dal M5S Renzi ironizza: “La vostra proposta di legge l'abbiamo presa molto sul serio, l'abbiamo studiata. Abbiamo fatto delle simulazioni e non si ottiene la maggioranza. Io lo definisco ‘complicatellum’ o ‘grande fratellum’”. Ma ironia a parte essa rappresenta una seria opportunità di confronto. “Il Democratellum – ha continuato Renzi - è interessante sotto molti punti di vista, ma deficitario sotto il profilo della governabilità”.
Tra i punti interessanti ci sono l’inserimento delle preferenze e l’abolizione delle larghe intese. “Mai più ‘inciuci’ e mai più larghe intese: per rispetto dei cittadini. Sembra strano che lo diciamo noi, in un contesto di larghe intese, anche se poi si sono rimpicciolite... - afferma il premier – ma per l’Italia è più conveniente avere la governabilità. È assolutamente fondamentale che chi vince le elezioni, il giorno dopo governi”.[MORE]
Dall’altro lato anche Di Maio si mostra aperto al dialogo, chiede al premier di avere il tempo di rivedere i punti su cui poter trovare un accordo e di rivedersi dopo pochi giorni per riparlarne. L’incontro porta anche altri frutti, il sindaco d’Italia chiede addirittura la possibilità di discutere anche su leggi costituzionali.
Anche se l’incontro per la prima volta è stato sereno e fruttifero le due parti non si sono risparmiate un minimo di sarcasmo “Dopo i pizzini – esordisce Renzi - abbiamo cambiato, ci diamo del lei... E allora le dico: lei ha preso 182 voti alle parlamentarie del M5S. Noi con 182 preferenze non riusciamo a metterlo in consiglio comunale un candidato... Lo dico senza arroganza”. Ma Di Maio replica, dopo pochi minuti: “Ho preso 182 preferenze, ma il M5S non ha mai avuto problemi di compravendita di tessere”.
Aldilà di piccoli scherzi l’incontro è andato più che bene e questo ha fatto tremare Forza Italia e Ncd. "L'accordo resta sull'Italicum e siamo pronti ad approvarlo al Senato nei tempi previsti" afferma a tamburo battente Paolo Romani, di Fi. Proprio sulle preferenze Forza Italia ha le maggiori perplessità, e ora che si è aperta questa possibilità potrebbe non approvare più la proposta. Quello che più preoccupa Ncd e Fi in fin dei conti è che Renzi possa, con questa legge, ottenere una maggioranza che gli consenta di governare senza alleati.
Michela Franzone