Inchiesta Atc, 10 arresti a Torino. In manette anche il direttore generale Buronzo
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TORINO, 26 MARZO 2014 - Marco Buronzo, 58 anni, direttore generale di Atc, è stato arrestato ieri assieme ad altri 9 funzionari a seguito dell’inchiesta che ha portato in luce il sistema di falsificazione degli stati di avanzamento dei lavori nei cantieri delle case popolari di Torino e provincia.
Secondo i PM, Sara Ponelli e Ginfranco Calace, l’Atc torinese affidava a ditte private, lavori appaltati alla società e che quindi avrebbero dovuto svolgere loro e per mascherare il sistema compilavano falsi certificati di avanzamento lavori.
L’inchiesta ha portato all’arresto di dieci funzionari. Oltre a Marco Buronzo, il direttore generale di Atc che si è difeso asserendo la propria estraneità ai fatti, sono finiti in manette anche Carlo Liberati, direttore di Manet, la società di Atc che avrebbe dovuto svolgere il lavori. Ai domiciliari altri dirigenti e funzionari di Atc e Manet: Paolo Gallo, Antonietta Cavaliere, Luigina Carere, Sebastiano Ciavarella, Benedetto Bavaro, Michele Rosato, Antonio Gullì, Giovanna Mautino.
Il sistema era stato scovato già dal giudice per le indagini preliminari Potito, il quale aveva predisposto da tempo l’inizio delle indagini e gli avvisi di garanzia. I dieci funzionari sono ora accusati di falso ideologico in atto pubblico.
Gli arresti sono stati disposti perché gli indagati avrebbero continuato a falsificare la documentazione nonostante le indagini fossero già iniziate da tempo con tanto di avvisi di garanzia e perquisizioni.
I lavori di cui si doveva occupare l’azienda torinese, ma che mai sono stati svolti da quest’ultima, riguardano la manutenzione straordinaria delle case popolari, tra il 2011 ed il 2013, di Torino e paesi provinciali. L’azienda però preferiva affidare, con percentuali al di sopra del consentito, i lavori a ditte private.
Il giudice deve adesso appurare quale guadagno ha portato nelle tasche dei dieci funzionari questo sistema. Buronzo si è difeso rispondendo così al giudice per le indagini preliminari Potito: «Non gestivo i cantieri, mi fidavo dei miei collaboratori, non avevo il tempo di controllare tutto». «Il mio ruolo mi impone molti adempimenti, non ho la possibilità di controllare tutto. Avevo massima fiducia nei miei collaboratori. A me arrivavano gli stati di avanzamento lavori già vistati da loro, perché avrei dovuto dubitare?»[MORE]
Sergio Sulmicelli
foto da quotidiano.net