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BARI, 21 APRILE 2014 - Si affidano alla nota dell'avvocato i due genitori del bimbo che, nell'Agosto 2013, era morto dopo aver mangiato una polpetta avvelenata all'Ikea. Hanno da poco saputo che il caso potrebbe essere archiviato velocemente come omicidio colposo, evitando così (secondo loro) che il responsabile paghi per quello che è successo.
Il bimbo morì in ospedale dopo una serie di vicissitudini poco chiare: i soccorsi all'interno della struttura tardivi e l'arrivo dell'ambulanza non tempestivo (nonostante l'ospedale pediatrico fosse vicino alla sede Ikea di Bari) portano i genitori a chiedere una nota ai propri avvocati.[MORE]
I rappresentanti legali della famiglia spiegano: "Una decisione che, se accolta dal giudice competente, andrebbe a celare, a non accertare le responsabilità colpose che riteniamo ampiamente esistenti nei confronti di chi è già stato iscritto nel registro degli indagati. Il nostro intento non è certamente quello di individuare necessariamente un colpevole, ma se ci siano delle responsabilita' nella gestione dell'emergenza e dei soccorsi".
I genitori hanno anche saputo di un caso analogo in un'altra sede Ikea e si chiedono se non sia il caso di dare un segnale forte per fare in modo che queste situazioni non capitino più, almeno questa la nota degli avvocati della famiglia, che ora attendono la decisione della Procura di Bari.
(www.repubblica.it)
Annarita Faggioni