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GENOVA, 5 GIUGNO - Nulla di fatto nell’assemblea dei lavoratori tenutasi a Genova Corigliano, che è durata poco più di un’ora prima che i siderurgici si muovessero verso la Prefettura, con un corteo teso ad ottenere un incontro con il Governo. A sfilare nella manifestazione anche i portuali, che hanno apportato degli striscioni in segno di solidarietà per i lavoratori Ilva.[MORE]
Dopo un’assemblea improduttiva, il corteo è partito anche con la partecipazione della Culmv, la Compagnia Unica del Porto di Genova. Le proteste si fanno sentire e potrebbero proseguire per tutto il corso della mattinata. Nel mirino dunque la Prefettura, nel tentativo di chiedere un incontro ed un accordo con l’Esecutivo. Intanto il ministro Carlo Calenda sarebbe a Genova, per firmare il decreto di assegnazione della società siderurgica ad Arcelor-Mittal Marcegaglia, la cordata che si è fatta avanti per rilevare Ilva.
Di qui le ragioni della manifestazione, con i lavoratori tesi a ricordare come i patti vadano rispettati. Esiste infatti un accordo di programma firmato nel capoluogo ligure nel 2005, che ha certificato la riconversione dello stabilimento siderurgico a vantaggio di una migliore qualità dell’aria. I lavoratori chiedono anche che vengano scongiurati fenomeni di esubero, e che vengano garantite prospettive occupazionali ed economiche.
Dopo l’assemblea in prima mattinata (7.30, ndr) il corteo si è esplicato con i lavoratori dell’Ilva di Novi, che hanno dichiarato otto ore di sciopero in segno di protesta. Si attendono sviluppi circa un possibile incontro con le istituzioni cittadine, da quello con la prefetta Fiamma Spenna, sino al presidente della regione Toti ed al sindaco della città Marco Doria. Tra sei giorni la città genovese sarà chiamata alle elezioni amministrative per l’elezioni del nuovo sindaco.
Sulla vicenda, a chiarire è il segretario Fiom Bruno Manganaro: «L’obiettivo è chiedere tutti un incontro insieme con il governo. Nei due incontri con il ministro Calenda non ci sono state date risposte chiare rispetto alle prospettive di Genova». Manganaro ha anche richiamato l’accordo di programma del 2005, ritenendo che i patti debbano essere rispettati e che essi abbiano valore di legge.
Il timore è principalmente legato agli esuberi, considerato l’annuncio della cordata di ridurre i lavoratori con un taglio di 4800 dipendenti a carattere nazionale. La protesta genovese fa il paio con la situazione di Taranto, dove i lavoratori avevano già manifestato con quattro ore di sciopero.
foto da: primocanale.it
Cosimo Cataleta