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MILANO, 3 GEN - I giudici del Tar lombardo hanno detto no alle linee guida volute dalla giunta Formigoni nella delibera sull’aborto approvata nel gennaio 2008, perché in contrasto con la legge 194. Le motivazioni del tribunale indicano che la divergenza con le leggi nazionali sono sorte in particolar modo in merito alle norme relative ai tempi per ricorrere all'interruzione di gravidanza, fuori dai primi 90 giorni in caso di grave pericolo per la salute della donna, effettuabile in 22 settimane più 3 giorni, invece che in 24 settimane, come indica la legge nazionale.[MORE]
Previsto anche l'obbligo per il ginecologo di avvalersi in questo caso di specialisti per accertare i pericoli che la donna avrebbe corso. Secondo il Tar apparirebbe "del tutto illogico permettere che in materia così sensibile" come l'aborto, possano esserci discipline diverse da Regione a Regione. A ricorrere al giudizio del Tar sono stati otto medici.
Secondo la regione Lombardia “non cambia niente”. Infatti in una nota Formigoni dichiara che: “Sbagliando, il Tar sostiene di aver annullato le linee guida”. “In realtà, - prosegue il governatore lombardo - l'atto della Lombardia era e resta un atto di indirizzo tutt'ora valido. La differenza è sostanziale perché con l'atto di indirizzo non si impone una disciplina, ma si indicano a tutti gli ospedali lombardi le migliori pratiche definite in accordo con i migliori professionisti che operano in Lombardia, anche di diverso e opposto orientamento politico".