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Inchiesta Aemilia, il senatore Giovanardi indagato dall'antimafia, M5S chiede dimissioni

Maria Minichino
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Inchiesta Aemilia, il senatore Giovanardi indagato dall'antimafia, M5S chiede dimissioni
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MODENA, 11 APRILE - Al senatore Carlo Giovanardi (attualmente membro dell’Antimafia), è stato notificato un avviso di garanzia ed è ora ufficialmente indagato dalla Direzione Antimafia regionale per concorso con pubblici funzionari e imprenditori locali per rivelazioni di segreti d'ufficio e violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato. Non solo, al senatore è anche contestata l’aggravante del metodo mafioso. [MORE]


Nei prossimi giorni è prevista un’udienza davanti al Gip per decidere se le intercettazioni telefoniche e i tabulati agli atti dei carabinieri di Modena possano essere utilizzati. L’atto fa parte del terzo filone dell’inchiesta Aemilia, quella che riguarda la Prefettura di Modena e il metodo di iscrizione alla white list post sisma. Giovanardi si è sempre fortemente opposto alle white list che annientavano le aziende del territorio, l’occupazione e l’indotto, sostenendo invece l’introduzione di un commissario.


Il senatore si difende, dicendo: "Era un mio dovere fare quelle telefonate alla prefettura di Modena, una mia posizione critica sulla gestione in Emilia Romagna della White list e delle interdittive antimafia. Comprese quelle sulla famiglia Bianchini".


La posizione di Giovanardi è compromessa da uno dei video ripresi da Alessandro Bianchini, che dimostra come il senatore aveva la consapevolezza dei rapporti tra gli imprenditori sanfeliciani e la ‘ndrangheta quando viene informato del fatto che c’era un giro di fatture false con Giuseppe Giglio, il primo pentito dell’inchiesta, guidata dai carabinieri di Modena.


Nelle intercettazioni il senatore a proposito della strategia da adottare con la Prefettura e le forze dell’ordine, dice: "Guardate che se siete candidi come agnellini potete stare tranquilli, ma se uno ha solo una pulce, andando a fare uno scontro frontale poi la pulce salta fuori".


I Bianchini allora scoprono le carte, e Giovanardi invece di prendere le distanze, continua nel pressing su Prefettura, capo di Gabinetto, questore, comandante della Finanza e dei carabinieri, responsabile del Girer fino alle più alte cariche romane, compreso il prefetto Bruno Frattasi, a quei tempi direttore dell’Ufficio legislativo.


Tutto ciò con il solo intento di agevolare la Bianchini Costruzioni, così come già fatto in precedenza e per altre aziende del territorio. Si sospetta che in Prefettura, c’era chi aiutava Giovanardi in questa serie di manovre.


Maria Minichino


(fonte immagine ilsole24ore.com)

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Scritto da Maria Minichino

Giornalista di InfoOggi

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