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Milano, 22 giugno- E’ questa l’ esternazione fatta da Giorgio Armani ieri, durante l’ultima giornata di sfilate uomo. Il “re” Giorgio non ha usato mezzi termini per disapprovare una “certa” moda e la maniera di rappresentarla in quest’ultima edizione milanese.
“ La moda è delle banche, della borsa, non è più dei proprietari ma di qualcuno. L'influenza delle banche su questo business non è un mistero, e poi le banche influenzano i giornali che fanno i titoli e influenzano a loro volta”.
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Lo stilista ha poi continuato il suo affondo : “Finiamola con la moda da circo che insulta gli uomini e li rende ridicoli. Io li rispetto, rinnovo senza stravolgere, quando creo penso sempre che poi gli abiti devono essere indossati, non devono servire a far spettacolo. Il nostro è un business serio”.
Lo sfogo di Armani è quasi un’esortazione ai suoi colleghi ad usare una certa “onestà intellettuale” nello svolgere il proprio lavoro. Lo stilista ha rivendicato la sua indipendenza dagli intrecci esistenti tra moda-finanza e giornali, definendosi dipendente soltanto dalla sua creatività e da quella dei suoi collaboratori.
Per Armani , “la sfilata deve servire a mostrare qualcosa che abbia un senso portare, al di là del titolo strillato che è comunque difficile avere se fai una moda come la mia, che si rinnova ma è fedele a se stessa. È difficile far parlare di una collezione, anche se poi ti dicono che una collezione come la tua non la sa fare nessuno”.
Invece, secondo il suo pensiero, si esaltano deteminate collezioni, non sulla base di una reale validità delle stesse, ma per una serie di motivazioni sottese alla griffe che le ha realizzate.
Armani non si nasconde dietro un”ago”, ma fa nomi e cognomi : “Miuccia Prada ha imboccato la via dell’ironia, del cattivo gusto che diventa chic. E in questo filone è geniale, come lo sono Dolce & Gabbana. Ma mi infastidisce che si dia spazio sui giornali a una collezione, e si conoscono bene le ragioni, anche se a volte è brutta. Scommetto che di certi capi non se ne vendano poi così tanti, forse li comprerà qualche fotografo, un pierre estroso.”
In sostanza, per lo stilista, la prossima quotazione di Prada sulla piazza di Hong Kong è legata alla sua sovraesposizione bancaria. Deve trovare la liquidità al fine di restiuire i soldi alle banche. Queste , a loro volta, per poter recuperare in tempi brevi i propri investimenti ,sollecitano i giornali al fine di dare maggior visibilità alla Firma. E così, il cerchio si chiude.
Al momento, dai chiamati in causa, nessuna replica.
Rosy Merola