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ROMA, 30 AGOSTO 2014 - La stima arriva dalla Cgia di Mestre, che ha calcolato un aumento in 5 anni del 212% del fatturato per le attività criminali e/o mafiose. Dal calcolo, spiega Bortolussi, sono stati esclusi tutti i reati violenti. Il calcolo è stato quindi effettuato su: riciclaggio, prostituzione, spaccio di armi e droga, ecc., quindi va preso solo come una parte dell'effettivo bottino dei boss.
Il risultato resta comunque inquietante: il Pil della malavita sarebbe intorno ai 170 miliardi di Euro, quanto una grande Regione italiana. Ovviamente, tutto sommerso e non dichiarato: i dati arrivano dalle denunce pervenute in via anonima da banche e intermediari finanziari.[MORE]
La legge prevede che, in caso di operazione sospetta, l'ufficio sia obbligato (senza informare chi effettua la transazione) ad avvisare le forze dell'ordine attraverso la Banca D'Italia. A questo punto scattano le indagini. La Cgia ha così scoperto che, dal 2009, le denunce sono aumentate del 212%.
Una vera e propria escalation: "Pur non conoscendo il numero delle segnalazioni archiviate dalla Uif e nemmeno la dimensione economica di quelle che sono state successivamente prese in esame dalla DIA e dalla Polizia Valutaria, abbiamo il forte sospetto che l'aumento delle segnalazioni registrato in questi ultimi anni ci dimostri che questa parte dell'economia nazionale è l'unica che non ha risentito della crisi" spiega Bortolussi ad Adnkronos.
La maglia nera, secondo lo studio, va alla Lombardia, seguita a ruota da Lazio, Campania, Veneto ed Emilia-Romagna (anche se in queste due ultime Regioni il dato sarebbe in calo). La stima della Cgia è solo un calcolo approssimativo, a dimostrazione della vastità del sommerso nel nostro Paese (e non solo).
Fonte: Adnkronos
Annarita Faggioni