Il Papa in America Latina per non dimenticare i poveri e i più deboli
Estero Lazio

Il Papa in America Latina per non dimenticare i poveri e i più deboli

lunedì 6 luglio, 2015

ECUADOR, 06 LUGLIO 2015 - Papa Francesco torna nella sua America Latina, due anni dopo il trionfale viaggio in Brasile culminato con i tre milioni di persone riunite nella spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro per celebrare la giornata mondiale della Gioventù. A poche ore dall’arrivo ieri sera in Ecuador, il Pontefice oggi visiterà Guayaquil, la città più polposa del Paese, con 3,7 milioni di abitanti, suo cuore finanziario e uno dei principali porti del Continente. Una folla immensa, oltre 900 mila persone sta aspettando il suo arrivo per assistere alla messa che si terrà in Parco Samanes alle 15 ora di Roma. Nel pomeriggio farà ritorno a Quito, dove renderà una visita di cortesia al presidente Correa nel Palazzo presidenziale, e poi visiterà la cattedrale.


La difesa dei più deboli. Il tema sarà quello annunciato da Papa Francesco all’inizio del suo viaggio, che lo porterà prima in Ecuador, poi in Bolivia e Paraguay, con rientro a Roma lunedì 13 luglio: portare l’attenzione nel Mondo sulla piaga della povertà nel “suo amato Sud America”. Un appello alla difesa dei più deboli, degli emarginati, come aveva già chiarito ieri dopo l’arrivo a Quito: "Non perdete mai la capacità di rendere grazie a Dio per quello che ha fatto e fa per voi; la capacità di difendere il piccolo e il semplice, di aver cura dei vostri bambini e anziani, di avere fiducia nella gioventù, e di provare meraviglia per la nobiltà della vostra gente e la bellezza singolare del vostro Paese". [MORE]

Le tra nazioni visitate da Francesco nel suo nono viaggio internazionale sono a predominanza cattolica e hanno combattuto a lungo contro la povertà e la disuguaglianza, in particolare nei confronti delle popolazioni indigene. Seppur riconoscendo pubblicamente i “passi in avanti” compiuti nel “progresso e nello sviluppo”, il Papa ha chiesto un ulteriore sforzo affinché i risultati che “si stanno ottenendo garantiscano un futuro migliore per tutti, riservando una speciale attenzione ai nostri fratelli più fragili e alle minoranze più vulnerabili che sono il debito che ha ancora l'America Latina".


Riavvicinare i fedeli alla Chiesa Cattolica. Lo scopo della visita di Francesco è riavvicinare le folle sudamericane alla Chiesa Cattolica. Infatti, nonostante l’America Latina rappresenti per il Vaticano il maggior bacino di fedeli al mondo, negli ultimi anni, l’indifferenza delle gerarchie ecclesiastiche locali nei confronti degli indigeni, ha causato un drastico calo nel numero dei fedeli a favore delle chiese evangeliche e per questo motivo il Pontefice,nelle 22 tappe previste incontrerà popoli di diverse etnie, indigeni, meticci, figli dell'immigrazione europea, ascoltando diverse lingue, da quelle andine al guaranì, che insieme allo spagnolo è una delle lingua ufficiale Paraguay.

La visita di Francesco in Ecuador, coincide inoltre con un momento di tensione politica nella piccola Naizone. Il presidente Rafael Correa, dichiarato ammiratore del Papa e che si autodefinisce “cattolico umanitario di sinistra” nelle ultime settimane ha dovuto fronteggiare una serie di scioperi e manifestazioni contro alcune riforme impopolari promosse dal suo governo, come l’aumento delle tasse sulle eredità. L’arrivo di Papa Francesco rappresenta dunque un’occasione per abbassare il livello di tensione nel Paese, immediatamente sfruttata da Correa che ha ripetutamente citato l’enciclica verde di Bergoglio Laudato si, in attesa dell’incontro col Pontefice oggi pomeriggio.

 

 

 


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