Il mondo poetico di Walter Perri visitato da Lina Latelli Nucifero
Resilienze Calabria Catanzaro

Il mondo poetico di Walter Perri visitato da Lina Latelli Nucifero

domenica 6 giugno, 2021

«La Poesia e la Musica sono le cose più belle che un essere umano possa produrre. Io provo a farle tutte e due. Non è presunzione, è Amore». Così dichiara Walter Perri, cantautore calabrese e titolare di due sillogi di poesie Amo la notte (Calabria Letteraria Editrice) e Il gabbiano (Aletti Editore) che racchiudono il suo mondo interiore adombrato da un sottile senso di malinconia esistenziale.  

L’itinerario artistico di Walter Perri incomincia con poesie scritte  «in un arco di tempo - precisa -  che parte dal 1985, raccolte e pubblicate in Amo la notte ( 2013) e in  Il gabbiano ( 2017). Alcune di esse sono nate da esperienze personali ed altre ancora da prefigurazioni fantasiose incentrate sull’amore. Parecchie sono diventate testi di alcune mie canzoni tra cui Settembre, La mia fortuna, Ti amo, Se parlassi di me». 

Saldamente legato alla sua terra di Calabria, il poeta ne avverte con nostalgia valori e costumi ripercorrendo una saggezza antica che risulta valida in tutti i tempi e che dovrebbe essere intesa anche dalle nuove generazioni.

La prima raccolta di Walter Perri si discosta dalla seconda per una maggiore visibilità del tema amoroso attraversato dalle inevitabili contraddizioni dell’esistenza in cui contenuti e sentimenti stentano ad esplodere  nella loro autenticità contrastando con quelli che albergano nell’intimo. Segmenti di poesia amorosa, dalle tonalità differenti, affiorano dalle pagine di Amo la notte: il dolore della separazione, le ferite sentimentali che crescono vivendo lontano dalla persona amata o si acuiscono per l’indifferenza o l’abbandono da parte della donna amata o per l’amore svanito. « …Non ho il coraggio/ di gridarti: Resta!/ Prepari le tue cose,/ e chiudi poi/ la porta/ piano, /piano» ( Mi lasci).

 L’amore è descritto con toni caldi e appassionati ma sempre con un afflato ideale che pone interrogativi inquietanti confermando la cristallinità del cammino lirico del poeta costruito su uno stile senza retorica che nella seconda raccolta si colora  di  una maggiore maturità, limpidezza,  armonia secondo una sua identità espressiva. Lo stile è quindi misurato, contenuto ed esprime i sentimenti quasi con quel pudore recondito  che rispecchia   l’ intima personalità del poeta.   «Mi sono perso / nel mirto / dei tuoi capelli, /dedalo di seta / sulla via di Damasco./ Nella luce dei tuoi occhi,/spiaggia assolata /dove cavalca/il tuo tumulto» ( Mi sono perso).

Continua il poetare di Walter Perri ne Il gabbiano in cui si coglie continuità contenutistica con la prima silloge relativa al tema amoroso ma ampiamente arricchita da un vasto orizzonte di temi  che spaziano dallo splendore della natura  alle memorie, agli echi e suoni lontani, alle  emozioni, ai pensieri, ai momenti intimistici, alle attese, ai silenzi, alle  atmosfere rarefatte, alle bellezze naturali.

Il canto del poeta volge, per una naturale adesione alla verità dell’essere, verso la ricerca di un equilibrio statico e di una pacata serenità che lo riscatti dalla inquieta monotonia della quotidianità.  E tra le attente riflessioni del vivere quotidiano e i richiami della memoria il discorso poetico si evolve in molteplici tematiche che ne evidenziano taluni risvolti dall’istanza esistenziale alle scoperte di consuetudini singolari, dalla consapevolezza della precarietà del tempo alla visione estatica della natura evidente, ad esempio, nella lirica  Il vento della sera: «Al vento di stasera, / ho dato i miei pensieri. / Li culla dolcemente, / come Zefiro gentile / e li accarezza piano / come brezza dell’estate».

Il richiamo della natura, come mondo primigenio e incorrotto, è assai forte nel poeta intrecciandosi spesso con l’elemento umano uniti dallo stesso destino. Talvolta rimescola i sentimenti nella memoria ora lieta ora triste di eventi quotidiani, talvolta evoca il mondo dell’infanzia del poeta come nella poesia Lascia che il vento  in cui Walter Perri  richiama alla memoria  il cortile e le scale dove è cresciuto e il boschetto di macchia mediterranea che ancora ha la fortuna di vedere e visitare e la collina su cui sorge il cimitero dove sono sepolti i suoi fratelli e i suoi genitori.

«Lascia che il vento /mi porti via. /Tra gli alberi / e gli arbusti /di questa macchia /che mi ha cresciuto./ Lascia che il vento / mi porti via / e mi sparga dolce, / sulla collina / che ha preso/le mie ossa./ Lascia che il vento/ mi porti via./ Da mia madre/ e mio padre / di cui non so / più il volto». E ancora i versi diventano preghiera alla persona amata perché possa comprendere le assenze del poeta intento a seguire la sua passione per la poesia e la musica  e nel contempo esprimono la  certezza che il vento avrà cura di riportarlo da lei. «…Il vento è il mio destino./ Lo sai./io sono il vento. E il vento è me».

Il poeta riprende nella seconda raccolta Il gabbiano il tema amoroso descrivendo la bellezza  dei capelli neri della donna amata  che raccontano storie personali e    ad ogni carezza effondono «sensazioni di profumi ed eternità di comune destino nel solco di una vita assieme e senza età» puntualizza Walter Perri. «Capelli lunghi, /da costruirci lacci, / per quest’anima amante;/ e che ti ama./ …Capelli di velluto./ Capelli profumati,/ Che amo e che amerei./ Strisce d’inchiostro,/onde,/ sul foglio della vita» ( I tuoi capelli). 

Passione e tormento per un amore incerto si rincorrono tra le metafore dei versi di   Navigherò nel tuo mardove la visione del mare diventa occasione per   accendere forti stati d’animo e travolgenti  emozioni vaganti sulle onde:« Navigherò nel tuo mare./ Tra le sue onde burrascose / alzerò le mie vele./ Mare crudele / che mi spezza il fiato./ Mare di spine, / pungenti come il tuo sguardo./ Dov’è la tua isola /di suoni incantati?».

Nell’ampio orizzonte esplorato dal   poeta è vivo il rapporto con la spiritualità, universalmente riconosciuta, di eticità ma soprattutto nella luce eterna dell’Assoluto che illumina il creato. Motivi  decifrabili nelle due liriche Quando sorridi e La croce sul monte. Nella prima il poeta scrive:« …Quando sorridi; sto in pace/ col mondo./ E penso a Dio e alle sue meraviglie»  e nella seconda: « Col sale /ci hai nutriti /oggi Signore./ Di sale / ci hai cosparso/le ferite./ Dov’è il tuo pascolo?/ Ora abbiamo fame./ Dove sono le tue acque?/ Adesso abbiamo sete».

Tutti i versi di Walter Perri scaturiscono da un impegno poetico, da una sincera ricerca di valori umani e da una profonda sete di sentimenti autentici che trovano spazio nei percorsi della poesia contemporanea e di tutti i tempi inducendoci alla meditazione e alla riflessione sull’ incessante divenire dell’esistenza governata da ferree leggi.  

Lina Latelli Nucifero

Foto: Walter Perri


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