Il mondo di oggi ha bisogno di vera luce
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Pensare che ci siano persone che parlino male della Chiesa, mischiando gli errori del singolo con la verità che le Scritture ci profetizzano per poi mostrarla nella sua compiutezza terrena, significa che il mondo ha rallentato per sua scelta il cammino verso la redenzione e la salvezza. Nell’uomo la parola può essere onnipotente per edificare, illuminare, rinnovare la vera vita, ma anche per distruggere, devastare, inseguire la morte. Il mondo ha bisogno di luce e di spirito di edificazione. Intorno i disastri di questo periodo raccontano da soli il momento difficile che sta attraversando il pianeta terra.
Il clima è compromesso; l’Australia brucia da mesi con un milione di animali distrutti; la Cina combatte con un virus pericoloso che facendo il suo salto di qualità (dallo stadio animale è passato a quello umano), ha raggiunto l’uomo; l’odore della guerra, nonostante le facce rassicuranti da copione, è sempre attivato; una grande industria come l’Ilva che interessa in Italia il futuro di ventimila persone e oltre rischia di crollare; la politica vera ha finito il suo corso ideale di speranza, di sociale, di morale e di visione. Mi fermo qui! Difficile sarebbe elencare i mille processi di destabilizzazione dell’umanità effettuati oggi dall’uomo.
Sarà utile incalzare il teologo per un suo primo pensiero in merito. “Quando l’uomo usa la sua parola onnipotente per il male e quando se ne serve per il bene? Se la sua natura è in Cristo, vive per Cristo e con Cristo, santificata dallo Spirito Santo, la sua parola è rivestita di onnipotenza di salvezza. Se invece l’uomo non accoglie Cristo, lo rinnega, rimane nel peccato, non si lascia purificare, allora la sua parola si riveste di onnipotenza di seduzione, tentazione, falsità, menzogna, calunnia, incitamento al male, invito alla trasgressione, rinnegamento della verità e combattimento contro di essa”.
È chiaro come Cristo sia stato messo all’angolo e la sua nascita, missione e crocifissione abbiano perso il loro mistero di punti centrali nel percorso di rinnovamento delle istituzioni odierne. Intanto a chi parla di Cristo nelle relazioni correnti gli viene riso in faccia. Gli argomenti che riguardano la figura del Salvatore vanno per alcune teste pensanti discussi solo in chiesa. Lì devono nascere, crescere e morire, se non da rispolverare in caso di necessità fisica o spirituale.
All’esterno è ormai più naturale parlare di pornografia; di delinquenza; di menzogne; di scandali locali e istituzionali, assolvendo chiunque senza riflettere; delle decine telefonate sul balcone di casa dal prete dello stesso condominio; delle amanti del personaggio di turno; di tifo estremo nel calcio; di tradimenti; di donne da incantare nella falsità. Dinnanzi a tutto questo non bisogna fermarsi, angosciarsi, perdere la forza di reagire. Ognuno deve scegliere il livello del proprio essere.
Quando succede di trovarsi in una delle situazioni appena esposte bisogna far venir fuori la differenza di vita che c’è con gli altri. Bisogna farlo senza alzare la voce e non con la presunzione di convertire le persone interessate, ma spendendo parole di umiltà e di fermezza cristiana offrendo loro la “validità” di Cristo o quantomeno le indicazioni per il cambio di rotta nella parola e per migliorare lo stato civile e di riflesso quello spirituale.
Difficile da fare, ma non da tentare. Il seme di Dio va gettato e se possibile irrigato. Se crescerà vuol dire quanto sia prevalsa l’intelligenza umana e come senza saperlo si sia innestata l’accoglienza di Cristo nel proprio cuore. Se la gramigna continuerà a prevalere nell’animo, vecchio compare di Satana, la parola di Cristo sarà respinta e confinata nelle retrovie dei propri pensieri. Necessita qui un pensiero teologico di alta fattura:
“Se la natura dell’uomo viene cristificata, anche la parola emana odore di Cristo Gesù. Se invece la natura dell’uomo viene resa simile alla natura di tenebre di Satana, anche l’odore della sua parola è odore di inferno. Se il cristiano sapesse tutta l’onnipotenza di salvezza, redenzione, vita eterna, verità, carità, luce, speranza posta dal Padre, per Cristo, nello Spirito Santo, nel suo cuore, di certo non consumerebbe la sua vita in parole vane, senza senso e peggio ancora in parole di falsità o addirittura in parole che hanno come fine ridurre in menzogna il Vangelo glorioso di Gesù”.
Il religioso e studioso nel regalare ai lettori quest’ultimo suo pensiero offre all’uomo in genere, nel medesimo tempo, due considerazioni da conservare gelosamente in “cassaforte”. La prima ricorda ad ognuno l’onnipotenza di luce, di verità e di redenzione che Dio in Cristo e nello Spirito Santo ha posto nel cuore dell’uomo. Cosa straordinaria ma che la gente più volte rifiuta, al posto di un mondo plastificato e azzoppato.
Lo scrive chiaro il teologo del Signore come lo stile di vita con Cristo vicino riduca le parole sterili e menzognere, soprattutto se volte alla naturalità e celestialità del vangelo. La seconda considerazione è un velato, ma opportuno rimprovero che la nota teologica racchiude in sé tenendo però aperte le “finestre” del confronto amorevole.
Ognuno ha il diritto di salvarsi, specie se da un rimprovero cristiano si concretizzi un costante abbraccio amico. Diventa a questo punto essenziale individuare le lucide parole del teologo in grado di innestarsi in chiusura con il libro della Sapienza.
“Più lui cresce in natura cristica, lasciandosi aiutare dalla grazia e dalla verità che a lui sono elargiti dai Pastori della Chiesa e dalla sua ininterrotta preghiera allo Spirito Santo, e più la sua parola si rivestirà di onnipotenza di salvezza per la vita eterna. Meno si conformerà a Cristo e più la sua parola si riveste di onnipotenza distruttrice. Tutta questa onnipotenza è rivelata dalla Sapienza di Israele con una immagine assai semplice”: “Se soffi su una scintilla, divampa; se vi sputi sopra, si spegne; eppure ambedue le cose escono dalla tua bocca” (Sir 28,12).
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