Il lavoro irregolare Vale 70 Milioni di Euro: Sud e Calabria maglia nera
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Studio Cgia di Mestre: il Meridione maglia nera dell'economia sommersa. La Cgil sollecita maggiori controlli e tutele per i lavoratori.
Secondo un recente report pubblicato dalla Cgia di Mestre, il lavoro irregolare in Italia produce un giro d'affari impressionante, quantificato in 70 milioni di euro. Un dato preoccupante, che diventa ancora più allarmante se si considera che un terzo di questa somma proviene esclusivamente dalle regioni del Sud Italia.
Calabria, Campania e Sicilia emergono come le regioni con la più alta percentuale di lavoratori irregolari rispetto al totale degli occupati. Questo fenomeno non solo rappresenta una perdita significativa per l'erario pubblico, ma espone anche i lavoratori a condizioni di lavoro precarie e non sicure.
La Cgil, uno dei principali sindacati italiani, ha immediatamente lanciato un appello al governo per affrontare questa problematica crescente. "È indispensabile incrementare i controlli," afferma un portavoce del sindacato, "non solo per arginare il fenomeno del lavoro irregolare, ma anche per garantire la sicurezza e la dignità dei lavoratori coinvolti."
L'analisi della Cgia di Mestre sottolinea l'urgenza di interventi mirati, soprattutto nelle aree più colpite. La Calabria, in particolare, si conferma come la regione con la maglia nera, seguita a ruota da Campania e Sicilia. Queste regioni non solo registrano i livelli più alti di irregolarità lavorativa, ma sono anche quelle dove le condizioni economiche generali sono più critiche, alimentando così un circolo vizioso difficile da spezzare.
Il rapporto della Cgia di Mestre diventa un monito per le istituzioni: la lotta contro il lavoro irregolare deve diventare una priorità nell'agenda politica, non solo per recuperare risorse fiscali, ma per costruire un mercato del lavoro più equo e sicuro per tutti i cittadini.