"Il cacciatore di meduse" presentato  da Giancarlo Magalli a "I Fatti Vostri su Rai Due" [Foto]
Cultura e Spettacolo Calabria

"Il cacciatore di meduse" presentato da Giancarlo Magalli a "I Fatti Vostri su Rai Due" [Foto]

giovedì 29 ottobre, 2015

“Il cacciatore di meduse” presentato da Giancarlo Magalli a “i fatti vostri” su rai due, con l’emozionante testimonianza di un migrante arrivato dal Mali

CATANAZARO, 29 OTTOBRE 2015 - Il dramma dei migranti, raccontato nel nuovo romanzo “Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna, edito da Falco, è approdato nel programma televisivo di Rai Due “I Fatti Vostri” condotto da Giancarlo Magalli con la regia di Michele Guardì. Dopo la presentazione di domenica scorsa alla BookCity di Milano, la storia del piccolo migrante somalo sbarcato a Lampedusa continua a riscuotere interesse e consensi, emozionando lettori e critici.  [MORE]

Con l’autore, nello studio della popolare trasmissione della Rai, anche un giovane migrante che ha raccontato la sua avventura vissuta da bambino: un lungo viaggio durato tre anni, tra deserto e mare, fino allo sbarco a Siracusa e, poi, il trasferimento a Roma, dove ha trovato lavoro come facchino in un albergo. Omar Saco, questo il suo nome, ora ha 22 anni, si è sposato con una connazionale ed ha pure una splendida bimba di due anni. Nel corso del programma, Pegna ha spiegato come è nato il romanzo: “Il desiderio di raccontare la storia di questi migranti in modo diverso dalle cronache, attraverso la loro stessa voce e con gli occhi di un bambino, sentire le loro emozioni e le loro speranze, si è incrociato con l’incontro su una spiaggia siciliana di un ragazzo di colore che cacciava meduse con le mani per ripulire il mare ai turisti e raccogliere monete. La visione di quel ragazzo che, a suo modo, si è inventato un lavoro, mi ha convinto a immaginarlo protagonista del mio romanzo, dalla partenza da Chisimaio, dove lascia la sua infanzia e i suoi ricordi di bambino, al suo sbarco in Sicilia, fino a quando, imparato a perfezione l’italiano da una maestrina di San Vito Lo Capo, decide di raccontare il suo passato…”.

Emozionante il racconto di Omar, al quale gli scafisti avevano garantito, al costo di 1200 dollari, addirittura una nave dotata di ogni comfort e perfino di un campo di calcetto, per poi, invece, trovarsi costretto a salire su un gommone stracarico di altri migranti.

“La traversata del deserto, prima di arrivare in Libia – ha detto il ragazzo – è durata sette giorni a piedi, ma i ricordi del cielo del deserto sono bellissimi e indimenticabili!”.

“Una storia – ha concluso Pegna - che parla al cuore, aprendo ai sentimenti, al rispetto degli altri e delle loro infinite diversità, usando la chiave della bontà e degli affetti”.

Sullo sfondo, come ha sottolineato lo stesso conduttore, i numerosi temi di questi giorni: dal razzismo all’accoglienza, all’integrazione che, in questo commovente romanzo edito da Falco, si schiudono in una grande storia d’amore con finale da autentica fiaba moderna, già approdata con successo anche in molte scuole.
Come confermano lettori e critici, il romanzo di Pegna cattura, incanta, anche grazie a descrizioni di una natura aspra ma meravigliosa, lo trasporta in un’atmosfera di vibrante umanità con l’identificazione e la proiezione nel personaggio principale, di cui condivide amarezze e delusioni, ma anche speranze, attese e desideri, fino alla sorprendente conclusione.

La struggente storia di Tajil, un bambino nero che non sapeva di essere diverso perché nel suo villaggio a Chisimaio tutti avevano il suo stesso colore della pelle, convince per la capacità di dare voce agli stessi migranti, alle sofferenze e ai sogni di chi è misero o diverso, discriminato per il suo stato di povertà o per il colore della pelle.
“Io sono un bambino nero, non so perché il mio colore è questo, ma sono contento lo stesso, perché somiglio a mamma, al nonno e a tutti quelli di Chisimaio. Se ero bianco, mi sarei vergognato sicuramente di stare là. Ora che sono grande e sono qui, non mi importa nulla se qualcuno mi chiama negro. Sono vivo e felice. E questo è bellissimo...”.
 


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