Il C9D dei Forconi Veneti avanza sei richieste allo Stato: "Vogliamo risposte o sarà guerra"
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VERONA, 7 GENNAIO 2014- Non sono più disposti ad aspettare. Hanno manifestato in modo pacifico per oltre un mese, ma ora sono stanchi. Dalla riunione dei nove su dieci dei fondatori dei Forconi Veneti, che si sono rinominati “C9D” (coordinamento 9 dicembre), arriva l’ultimatum: “O lo Stato accetta entro il 21 gennaio le richieste avanzate o sarà guerra”.
“Abbiamo riunito tantissime persone e se non verrà alcuna apertura, cominciate a tremare. Questo è l'ultimo grido pacifico”. Con queste parole il movimento veneto avvisa che la pazienza è finita e che ora vogliono risposte, altrimenti sarà “guerra allo Stato che uccide chi sta sull'orlo del baratro. Senza risposte gli italiani sono legittimati in qualsiasi modo a salvare il salvabile”. Dalle pagine del giornale “L’Arena”, il C9D avanza sei richieste: “Sospensione immediata di tutte le procedure esecutive di qualsiasi origine; istituzione immediata di un fondo di garanzia nazionale per tutte le aziende di tutti i settori produttivi in deroga a Basilea 2 e 3; aumento in busta paga per i dipendenti privati (300 euro) attraverso la defiscalizzazione degli oneri contributivi a carico dell'impresa; aumento delle pensioni minime e adeguamento delle pensioni di invalidità per garantire un tenore di vita dignitoso tramite il taglio delle pensioni d'oro e delle spese improduttive; riduzione considerevole del costo del carburante per uso professionale (trasporti, agricolo, peschereccio) nonché dei pedaggi autostradali; tutela del made in Italy, inasprimento severo delle sanzioni, includendo l'arresto, per chi pratica 'taroccamento' in tutti i settori produttivi”.
Quella dei manifestanti veneti del C9D è stata una rivolta che si è dimostrata pacifica fino ad ora. Con un costante presidio del casello di Soave, il movimento guidato da Lucio Chiavegato si è dimostrato forte delle sue ragioni, scontrandosi e prendendo le distanze anche dagli altri coordinamenti, in particolare da quello siciliano. Ora è finito il tempo delle trattative. Pretendono l’accettazione delle richieste avanzate, che a ben vedere non hanno nulla di pretenzioso o inaccettabile. E’ l’ultimo grido d’aiuto che questi imprenditori e lavoratori lanciano ad un Paese dal quale si sentono abbandonati. L’ultimo grido pacifico.
Federica Sterza
Foto www.ilgazzettino.it
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