Il blackjack, le sue varianti e gli altri giochi che stimolano la mente
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“Il gioco è una cosa seria. Anzi, tremendamente seria” è un noto aforisma attribuito al celebre scrittore e pedagogista Jean Paul. Se ben guardiamo le dinamiche che regolano tutti i giochi, la loro utilità per la socializzazione e per imparare la convivenza in gruppo e la loro capacità di stimolare i processi mentali non possiamo che dargli ragione. A un esame più approfondito, però, scopriamo che i giochi non sono tutti uguali, almeno per quanto riguarda le abilità di ragionamento e calcolo richieste. Uno dei più impegnativi in tal senso è il blackjack con le sue varianti e oggi scopriremo proprio perché potremmo considerarlo come un vero e proprio “sport della mente”.
La regola base del blackjack è molto semplice: realizzare con le proprie carte e quelle scoperte dal banco una combinazione con non superi il punteggio di 21 e che sia più alta di quella del dealer. Per farlo, però, servono notevoli capacità che potremmo, erroneamente, dare per scontate. Il blackjack è un gioco con informazioni incomplete e quindi richiede grandi abilità nel calcolo delle probabilità, a cui si aggiungono quelle di conteggio, quelle strategiche e quelle psicologiche. Un mix che ha dato vita a una vasta letteratura sull’argomento e alla nascita di teorie e tecniche più o meno efficaci per imparare a giocare.
E se il gioco è altamente “allenante” per la memoria e le capacità di ragionamento, possiamo tranquillamente affermare che le sue varianti non sono da meno. Una delle più interessanti e stimolanti è il famoso blackjack 21+3, gioco “ibrido” che mette insieme regole del blackjack tradizionale e del poker a 3 carte, caratteristiche che, di fatto, lo rendono ancora più impegnativo per le capacità di calcolo e valutazione delle probabilità. Dopo aver effettuato la tradizionale puntata di blackjack, infatti, nel 21+3 si aggiunge un ulteriore passaggio con il giocatore che deve comporre la migliore combinazione (secondo le regole del poker) tra le sue carte coperte e quella scoperta del banco.
Notevoli, dal punto di vista delle combinazioni e delle capacità mentali e di calcolo richieste, anche le versioni double exposure in cui le carte del banco sono scoperte, il blackjack switch, in cui si gioca con due combinazioni di due carte in contemporanea e in cui c’è la possibilità di scambiarne una, e le varianti che mixano due giochi come il 21+3. In questo comparto le più famose sono il triple sevens e il Caribbean Blackjack, anch’esso gioco ibrido tra poker e blackjack tradizionale.
Proprio il poker è un altro gioco notevole quando si parla di capacità mnemoniche, stimoli per il cervello e abilità nel prendere decisioni in tempi rapidi. Non per niente è stato oggetto di studi accademici e di molti trattati legati alle neuroscienze in cui viene sottolineato come sia una disciplina che richiede skill che possono rivelarsi utili anche nella vita quotidiana, sul posto di lavoro e in tutte le situazioni in cui c’è la necessità di agire con informazioni frammentate e incomplete.
Tra i giochi più “antichi” utili alle funzioni cognitive è impossibile non citare gli scacchi, altra disciplina spesso oggetto di studi e dibattiti anche recenti come quello dell’Università brasiliana di Vila Velha che ha sottolineato come giocare con re, regine, pedoni e alfieri sia un’ottima palestra per sviluppare la concentrazione, migliorare l’attenzione e aumentare la capacità di problem solving.
Quella che stiamo vivendo è l’epoca degli smartphone e delle app e con esse facciamo di tutto. In pochi, però, sanno che anche negli store si nascondono programmi e giochi fenomenali quando si parla di allenare la mente come ad esempio Lumosity, Elevate e Fit Brains Trainer. Create spesso da neuroscienziati in collaborazione con le università, queste app propongono una serie di giochi diversi dedicati ognuno a una diversa capacità della mente e permettono di monitorare i progressi fatti ogni giorno. L’ulteriore conferma che giocare è davvero una cosa seria e che non dovremmo mai smettere di farlo, indipendentemente dall’età e dagli impegni quotidiani.