I giovani della CONFACIT ringraziano i Vescovi calabresi per la lettera loro indirizzata
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Catanzaro 8 luglio 2012 - Agire da protagonisti con un percorso formativo che renda i giovani capaci di gestire, anche nei confronti dei propri coetanei, un progetto di fede e di impegno sociale. E’ questo l’impegno che i giovani della associazione di promozione sociale “CONFACIT” intendono avviare partendo dalle realtà delle sezioni comunali, come quelle di Satriano e Sellia Marina, e fondato sul sapere teologico e umano Tutto ciò in piena aderenza alla lettera che i Vescovi della Calabria hanno recentemente inviato ai giovani calabresi spronandoli ad avere fiducia ed andare avanti con serenità e speranza.
“Su tale lettera i giovani della CONFACIT provinciale - ha evidenziato Donato Bulotta, responsabile provinciale dei giovani - intendono avviare una seria riflessione che porti ad un agire ed ad una apertura di progettualità, dialogando con le parrocchie, con i gruppi ecclesiali giovanili, facendosi promotori di iniziative che riescano a dare risposte cristiane ai tanti mali della Calabria, proponendo i grandi valori contenuti nella Dottrina Sociale della Chiesa cui l’associazione ispira il suo operare, creando coscienze nuove per tempi nuovi.
Si sta manifestando la convinzione comune che la Chiesa deve reinventare strategie capaci di parlare a una generazione cresciuta nell’era di internet, degli i-pod e della Tv digitale. [MORE]
La costante dei piani pastorali dovrebbe essere quella di considerare i giovani come protagonisti nella vita della parrocchia. In sostanza, se tanti giovani rifiutano o abbandonano la Chiesa perché giudicano il suo insegnamento morale irrilevante nei confronti delle esigenze della post-modernità, molti altri vorrebbero che la Chiesa tornasse a una più stretta fedeltà ai dogmi e alla morale tradizionale, con un atteggiamento se non di chiusura certo di differenziazione nei confronti della cultura laica dominante. Davanti al dilemma di come rispondere a spinte così divergenti, le gerarchie ecclesiastiche e i responsabili della pastorale giovanile dovrebbero innanzitutto riflettere su una esigenza trasversale manifestata da moltissimi giovani: quella di essere ascoltati e capiti e di non essere trattati semplicemente come un «problema», ma come una vera autentica risorsa capace di incidere positivamente sul tessuto della nostra società.”
I giovani CONFACIT, pertanto, manifestano l’esigenza di voler lavorare e cooperare con la Chiesa, nelle varie realtà comunali, nelle parrocchie, nei gruppi, nelle associazioni e movimenti ecclesiali per riportare a significatività il percosso religioso attraverso tre grandi piste di intervento: quella catechetica, quella spirituale e quella del servizio.
Pur nella dispersione culturale e valoriale che la società ci propone, la parrocchia è ancora un punto di riferimento. La parrocchia deve diventare luogo di accoglienza anche per quelli che si allontanano dalla fede e, con la gratuità che la contraddistingue, assumere una funzione coagulante rispetto alle famiglie e ai loro problemi. È vero, diranno alcuni, i giovani amano luoghi “anonimi”, dove non si è etichettati, magari luoghi più trasgressivi. La risposta è che i giovani amano luoghi a loro confacenti: importante è che percepiscano che si tratta di un “loro” luogo dove possono esprimersi, incontrarsi, star bene assieme. Il principale nodo da risolvere è la solitudine dei ragazzi e delle famiglie, il loro non sapere che fare, dove andare. Con l’attenzione, la tolleranza, la pazienza sarà possibile un avvicinare prima di annunciare, un fare un pezzo di strada assieme prima dello spezzare il pane.
“Ci è stata di grande conforto e incoraggiamento - ha commentato Donato Bulotta-. la lettera che i Vescovi calabresi ci hanno indirizzato. In effetti la Chiesa è l’unico baluardo in questo marasma che ci attanaglia, dove i veri valori della vita sono messi da parte, l’unica voce che si è levata a nostro sostegno. Abbiamo peraltro molto apprezzato l’intervento di S.E. Mons. Vincenzo Bertolone, in occasione della visita del Cardinale Bertone, che ha esortato tutti a partire dai giovani e dall’educazione. Per questo vogliamo dare il nostro fattivo contributo attraverso un cammino che parti dal territorio provinciale e ci consenta di essere partecipi e responsabili di un percorso formativo che consenta di invertire rotta e far prendere coscienza alla politica, a tutti coloro che ai vari livelli hanno responsabilità di governo e che devono assumersi con serietà le loro responsabilità verso le nuove generazioni che sono la vera forza di questa Regione.”
(notizia segnalata da Luigi Bulotta)