Ha posto fine alla sua vita perchè non sopportava il peso del cognome mafioso
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REGGIO CALABRIA, 3 APRILE- Si è uccisa, perché non riusciva più a sopportare un cognome troppo famoso, quello dei Logiudice.[MORE]
Un cognome che i calabresi (e non solo) legano a estorsioni, usura, omicidi, sparizioni. Aveva solo 25 anni, ma aveva già trascorso tutta la sua vita a cercare di emanciparsi dal mondo che il suo cognome, legato al padre, boss mafioso, si portava dietro.
Maria Rita ha così deciso di togliersi la vita gettandosi dal balcone di casa sua, a Reggio Calabria. Stanca di lottare per avere, in fondo, solo una vita normale, lontana dalla criminalità e la malavita. Voleva affrancarsi, attraverso lo studio, da un mondo che non le apparteneva, di cui si vergognava. Per questo, nel 2016, aveva ottenuto con il massimo dei voti la laurea triennale in economia e, non bastandole, aveva deciso di conseguire anche la magistrale.
Prima di togliersi la vita, Maria Rita non ha lasciato nessun messaggio scritto. La sua storia è quella di tante altre persone, cresciute in famiglie legate alla mafia e schiacciate dal peso della vergogna.
Qualche settimana fa il Presidente del Tribunale dei minori di Reggio Calabria, Roberto Di Bella, era stato intervistato sulla tematica dei giovani figli di mafiosi. Il magistrato, impegnato da tempo in una drammatica battaglia contro gli uomini e le donne della ‘‘ndrangheta, in pool con altri colleghi e con l’associazione Libera di Don Ciotti, sta tentando di dare una chance a questi sfortunati, altrimenti destinati a diventare mafiosi e killer, o compagne di uomini senza scrupoli.
Si tratta di un faticoso lavoro di convincimento delle famiglie per il bene dei loro ragazzi. Quando si rendono conto di poter vivere in un mondo normale, senza traffici illegali, senza violenza, senza morti ammazzati, senza carcere i giovani rinascono. Anzi, nella maggior parte dei casi, al raggiungimento della maggiore età chiedono di restare fuori da una realtà che non ritengono più di essere la loro.
Forse anche per loro ci sarà un futuro, ma di certo è questo il futuro che Maria Rita Logiudice avrebbe voluto vivere, non quello di un cognome macchiato per sempre, troppo pesante da sopportare.
Emanuela Salerno
Fonte immagine: www.tiscali.it